PRESENTAZIONE
di Emilia Scotto Prevenire è Possibile
Larte di educare
La situazione della pedagogia nella cultura contemporanea è
paradossale: ad una vasta domanda di educazione fa da contraltare
un vuoto pedagogico culturale e politico, che rimanda ad una
forma di autoesclusione della pedagogia, incerta nell'accogliere
tra i propri orizzonti questa stessa domanda di educazione.
Qual'è la ragione di tale stato di colpevole dimenticanza
e di emarginazione di una scienza e di un'arte che viene da tutti
invocata ma da nessuno sperimentata e proposta?
Due sono le ragioni per l'emarginazione della pedagogia dal contesto
delle scienze umane e sociali: la frantumazione degli indirizzi
pedagogici tradizionali e la difficoltà nell'individuare
lo spazio di educabilità dei soggetti.
La crisi della pedagogia
La società contemporanea non sembra in grado di "inventare
il futuro" e nemmeno di superare lo stallo sociale ed economico
che solo una cultura relazionale in grado di presentare le cose
che contano davvero per la vita, porta ad una sorta di astensione
dal formulare indirizzi pedagogici ed a navigare a vista in una
relatività dei valori e delle conoscenze davvero preoccupante.
Il vuoto era stato riempito fino ad alcuni anni fa dalla parola
prevenzione ma anchessa è stata progressivamente
abbandonata in favore del mito tecnologico e tecnico della cura,
della guarigione, degli strumenti psico-clinici in grado di risolvere
tutto ciò che non si normalizza.
Ciò è anche dovuto allassenza di espliciti
modelli pedagogici andati in crisi nel dopoguerra e non ancora
riemersi.
I tre principali indirizzi pedagogici del dopoguerra, l'indirizzo
personalista, vicino alle forze cristiano-democratiche, l'indirizzo
marxista, vicino alle forze politiche comuniste e l'indirizzo
cosiddetto laico, vicino al variegato settore delle forze liberai-socialiste,
sono stati azzerati così come le forze politiche di riferimento
ed è rimasto in campo un pragmatismo che non ha saputo
orientarsi nelle sfide della complessità.
Lattuale stallo deve essere riempito con contenuti educativi
e preventivi che tengano presente le diverse esigenze educative
delle diverse persone: non cè nulla di più
ingiusto che dare le stesse cose a persone diverse.
Il rapporto educativo è un'arte relazionale, nel senso
che la pedagogia deve accompagnare nel suo svolgimento temporale
il procedere delle generazioni. Le generazioni più antiche
hanno il compito di condurre quelle più giovani. Questo
rapporto di conduzione merita una particolare attenzione affinché
non si trasformi in pura trasmissione e il dialogo educativo
si gioca sempre nel rapporto interpersonale tra lIO e il
TU. Al fine di costruire un Noi rispettoso sia del TU che dellIO.
L'educazione però è ciò che una società,
nel suo relativismo culturale, considera tale mentre dovrebbe
essere intesa come il giudizio sul grado di legami e vincoli
che quella società educante è stata in grado di
costruire.
Va da se che oggi manchino le ipotesi di una nuova architettura
sociale, anche carica di utopia, che insegua la via del miglioramento
nel donare il bagaglio di esperienza necessario a vivere nella
complessità della situazione sociale circostante.
Tale dimensione educativa non può prescindere dalla empatizzazione:
dalla capacità di cogliere il bisogno educativo dellaltro
e, ancor di più, farsi leducatore di cui laltro
ha bisogno.
Questo è lobiettivo che si pone il lavoro di Lorenzo
Barbagli che disegna il contorno di un educatore mobile e trasformer.
Le sue doti debbono essere affinate affinché una "arte"
dai contorni troppo vaghi acquisisca una metodicità ed
una coerenza più concrete centrata sui bisogni delleducando.
Da qui il rimando indispensabile è al concetto di educabilità.
La sua valenza consiste nel sottolineare la plasmabilità
delle disposizioni della persona. L'accento nel rapporto educativo
non è posto sulla quantità di contenuti ma sulla
diversa qualità di educazione richiesta dal soggetto che
vive e progetta la sua vita.
Al concetto di educabilità fa da rinforzo quello di orientamento
inteso in senso globale come approccio educativo. Orientamento
è il processo per cui si attuano le scelte nella vita
necessarie ad ogni svolta, ad ogni coincidenza a cui le persone
debbono essere per tempo preparate.
L'aiuto orientativo è di natura fondamentalmente educativa
perché "aiuta una persona a condursi". Non è
una terapia, né una diagnosi, né un espediente
tecnico e neppure un semplice consiglio ma un approccio di sostegno
che percorre longitudinalmente le tappe di vita e le scelte di
vita.
Educabilità e orientamento sono le tematiche si cui, con
umiltà, può essere rifondata la scienza pedagogica
per far emergere linsieme di potenzialità del soggetto
a tirar fuori da se le sue capacità. Perché ciò
accada occorre che si attui un particolare processo comunicativo
tra educatore ed educando in un processo di felice riuscita dell'arte
educativa.
L'educatore che si dispone all'esercizio ditale attività
deve possedere alcune competenze comunicative importanti: la
capacità di percepire il significato dato dall'altro al
messaggio trasmesso, la capacità di cogliere il substrato
di emozionalità presente nella comunicazione e la capacità
di cogliere il senso di questi particolari vissuti riferendoli
alla globalità della persona.
In primo luogo, dunque deve avere la capacità di percepire,
in modo accurato, i messaggi dell'educando nel significato che
tali messaggi hanno per lui. Si tratta di "vedere il mondo
con gli occhi dell'altro". Per raggiungere tale disposizione
all'ascolto empatico è necessario che la attenzione di
chi ascolta non sia strutturata, ovvero non categorizzi immediatamente
i contenuti del messaggio nei propri schemi interpretativi ma
lasci fluire il messaggio e si ponga prossimo al significato
che tale messaggio ha per chi lo propone. La comunicazione dell'educando
all'educatore si arricchisce e si perfeziona tanto più
egli sente di essere ascoltato e capito e può procedere
nella sua autopresentazione di persona superando le paure, le
ansie e le insicurezze che lo possono imprigionare.
Leducatore deve poi saper rilevare il substrato emozionale
presente nella comunicazione. Deve cioè cogliere le emozioni
specifiche del particolare vissuto del soggetto che l'educatore
ha di fronte. In questa fase di coglimento empatico si presentano
difficoltà in ordine alla interpretazione (riferita alla
propria esperienza) del vissuto altrui ed al grado di intensità
di tale vissuto. Saper riconoscere adeguatamente la dimensione
di emozione sperimentata e coglierne l'intensità è
un atto indispensabile in ogni rapporto di aiuto e di orientamento.
Anche perché da tale posizione di apertura è possibile
interpretare correttamente e denominare la qualità del
vissuto altrui e quindi di mettersi nella posizione corretta
di fronte alleducando.
Lautore propone uno schema con tre dimensioni delle posizioni
delleducatore autorevole, affettivo e liberarle
e mostra come limpatto con tali stili sia più o
meno efficace con i diversi tipi di aspetti, ambiti, disagio
e valori presentati dalleducando.
Nellappendice, a cura di Raffaella Marchi, sono riportati
i progetti e gli strumenti pratici che PREPOS, durante questi
anni, ha realizzato in oltre 300 istituzioni scolastiche, utilizzando
la pedagogia dei gruppi e dellartigianato educativo, sapendo
cogliere le diverse espressioni del disagio giovanile, interpretando
i loro bisogni ed utilizzando interventi educativi mirati. Lidea
di fondo a cui tali strumenti si riferiscono è quella
di una pedagogia relazionale fondamento per migliorare i rapporti
individuali, superare i conflitti, combattere la demotivazione
scolastica, incrementare lapprendimento cognitivo e affettivo
allinterno della scuola, aiutare i genitori e i ragazzi
stessi ad orientarsi, a diventare persona.
Larte di educare richiede di uscire dallindifferenza,
dalla demotivazione, dalla mancanza di coraggio, dalla squalifica,
dallistigazione, dalla manipolazione per ri-pensare una
scuola non tanto nuova quanto espressione di una ricchezza educativa
capace di rinnovarsi al passo dei tempi nella consapevolezza
dei valori e virtù di cui ciascuno è portatore.
Forse unidea vincente per superare le sfide della complessità
contemporanea.
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