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I RAMI E LE FOGLIE
Maria Cristina Janssen
pp. 164 , A5 anno 2022 € 15,00
EAN 9788866152453
Collana Nuovi Autori n. 56

 

I RAMI E LE FOGLIE

Quando arrivò in casa loro, dietro l’apparente sicurezza, Cesira si chiese se sarebbe stata capace di capirla, di farla stare bene, e di farla accettare ai propri figli… Ma la gelosia non fu molta di più di quella che in ogni famiglia i fratelli e le sorelle nutrono uno per l’altro, sempre in competizione per aver maggiori attenzioni dai genitori…
Sì, anche Cesira, come Bruno, in realtà aveva tanti dubbi su quell’idea di portarsi in casa i figli del Sud. In riunione l’adesione l’avevano data subito, senza pensarci, ma poi, una volta passata l’euforia di fare qualcosa di utile, di concreto, Bruno fu il primo ad esprimere le sue perplessità: "Chissà chi si portavano in casa, lui era impegnato al lavoro, la maggior parte dell’impegno ricadeva su Cesira, e se il bimbo o la bimba si fosse trovato male a casa loro, se non fossero stati in grado di farlo sentire a suo agio?" Cesira, alla fine, con il suo senso pratico sciolse ogni dubbio: "Si dovevano forse mettere dalle suore all’orfanotrofio? Se lei ce la faceva con quattro, ce l’avrebbe fatta anche con cinque, e poi sarà solo per qualche mese, no?"


Il romanzo “I Rami e le foglie” nasce dall'incontro tra due donne: mJasmine, giovane laureanda, e Rosa, cinquantenne, testimone legata alla sua tesi di ricerca. È un incontro insolito, quasi fortuito, dal quale riemerge un passato difficile da raccontare. Rosa bambina sale su un treno che la porta verso un nuovo destino. A volte Il destino lascia degli spazi vuoti, nei quali si può riscrivere la propria storia, plasmare il proprio mondo. Attraverso la capacità di ascolto di Jasmine si dipanano le storie dei protagonisti: l'accoglienza in una nuova famiglia, il confronto tra mondi diversi, il Sud e il Nord d'Italia, l'emigrazione. Centrali sono i legami familiari: quelli ineluttabili dei vincoli di sangue, e quelli che prendono forma da relazioni elettive. Una generazione dopo, un nuovo destino si apre anche per Melissa, figlia di Rosa e Giorgio, straordinari e tenaci genitori affidatari. Sono in
gioco il processo di affiliazione, la paura di fidarsi, la difficoltà diì costruire legami. E poi c'è l'innamoramento, preludio di una vita insieme: tre generazioni di coppie, anzi, quattro, che siì formano e costruiscono insieme la loro vita. E ancora il rapporto con i fratelli … Nella storia compaiono anche psicologhe e assistenti sociali che fanno piccole magie, giudici che sanno parlare ai bambini. Le vite dei protagonisti raccontano il bisogno di appartenere, la ricerca della propria identità, il tradimento, l'abbandono,e, soprattutto, il bisogno di affetti profondi.Si cerca di dare e di ricevere amore. A volte ci si riesce, non sempre.

NORA
Operaia metallurgica, sindacalista rivoluzionaria. Una storia d'inizio '900 a Piombino.
Maria Cristina Janssen
pp. 82, Formato A5, anno 2021 - € 10,00
EAN 9788866152460
Collana Nuovi Autori n. 53

 Maria Cristina Janssen

Nata a Milano, si trasferisce a Campiglia Marittima nel 2006. Dalla passione per la cultura e per la storia del territorio nasce questo suo primo libro.

In qualità  di psicologa, ha precedentemente lavorato nell'ambito della salute mentale, della riabilitazione di soggetti svantaggiati, e in progetti di promozione della salute. Ha svolto in contemporanea il ruolo di formatore in corsi rivolti a operatori socio-sanitari ed educativi, e a studenti di corsi post-diploma e universitari. Ha concluso la sua carriera come Giudice Onorario presso il Tribunale dei Minorenni di Firenze.

Di recente ha scoperto il piacere di scrivere storie. Per dare forma ai personaggi e alle vicende narrate si è basata su fonti bibliografiche e materiale documentale

 

Valeria Parrini

Nasce Piombino nel 1955 da una famiglia operaia. Inizia la professione di giornalista nei primi anni Ottanta come corrispondente dell'Unità  per poi passare nel 1990 al Tirreno dove lavora tuttora.

Da sempre milita nelle battaglie contro le diseguaglianze e a favore dei diritti civili. Dal 1998. E' impegnata nella lotta all'insicurezza dei luoghi di lavoro attraverso l'Associazione Ruggero Toffolutti che prende il nome del figlio, ucciso da un ingranaggio alla Magona di Piombino, oggi Liberty Steel.

Impegno che le è valso l'onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica, attribuita motu proprio dal Presidente Sergio Mattarella nel dicembre scorso.. (2020)

 

NORA Operia metallurgica, sindacalista, rivoluzionaria. Una storia d'inizio '900 a Piombino

 

Primi anni del ‘900: Nora è una giovane operaia metallurgica, lavora a Piombino alla Magona d’Italia.
Originaria di Campiglia Marittima, nell’entroterra, le vicende familiari la portano a migrare verso una delle prime città-fabbrica d’Italia. Qui Nora, cresciuta in un ambiente di mazziniani, socialisti e anarchici, partecipa al movimento sindacale e respira la volontà di cambiamento che coinvolge non solo Piombino, ma tutto il territorio circostante. Dentro la fabbrica sperimenta fatica e sfruttamento, ma anche nuove forme di solidarietà e organizzazione della classe lavoratrice. Fuori della fabbrica vive un periodo storico di straordinario fermento politico e sociale. Crescendo, diventa lei stessa protagonista della lotta per un futuro diverso, sognando il sole dell’avvenire. È la Toscana di Pietro Gori, dei moti anticlericali, e della rivolta di operai, minatori, braccianti. Ma Nora è anche donna e, seguendo l’esempio di operaie, sindacaliste, militanti rivoluzionarie, coglie la disparità nei rapporti di genere, si interroga sul suo essere femminile, sull’amore, il matrimonio, la famiglia. Incontra importanti figure di donne, di persona o attraverso i racconti di altre compagne. Matura una nuova immagine di sé, nella militanza sindacale e politica, nelle battaglie antimilitariste. Nelle relazioni affettive rifugge da catene e vincoli, perchél’amore può essere basato solo sul
rispetto e sulla libertà.


Gli stabilimenti della Magona d'Italia, con quei quattro grandi capannoni in mattoni rossi e le alte torri dalle quali esce il fumo nero sembrano una fornace gigante. Alla Magona lavorano le bande stagnate, la fabbrica è in espansione, e assume nuova manodopera. E Nora, con i suoi neanche 15 anni, lasciate le amiche di Campiglia, lasciato il mondo conosciuto, si trova a indossare di colpo i panni di una giovane operaia.

[...] A Nora appariva strana l'idea di una riunione di sole lavoratrici donne, aveva visto sempre gli uomini guidare le rivendicazioni, parlare in pubblico, sostenere le ragioni di un cambiamento radicale. A partire da suo padre, che s'infervorava a parlare di socialismo, dello sfruttamento dei padroni, della necessità  di ribellarsi.

[...] La porta si richiuse dietro di loro ed ecco, Nora si trovò in mezzo ad una cinquantina di donne. Solo donne. Nemmeno un compagno! Provò un senso di spaesamento, tutti quei volti, giovani, anziani, donne che discutevano, prendevano la parola, ascoltavano, dissentivano o plaudevano a quanto espresso. Una moltitudine diversa da quella alla quale era abituata. Erano solo tra donne, ma non a lavorare governate dal capo reparto, non a chiacchierare o spettegolare di quello e quell'altro. No, a parlare di sé, del proprio lavoro, dei propri diritti...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 

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