I ricordi di Andrea Gaggero sulla sua esperienza nei campi
di sterminio nazisti possono leggersi su tre diversi livelli
, ma hanno un unico obiettivo: quello di conservare in modo attivo
la memoria del male del secolo, ossia lintolleranza , il
razzismo, la violenza, la guerra.
Il primo piano è quello dellesperienza personale
di deportato a Mauthausen, un accadimento che sconvolgerà
la sua esistenza, e che lascia spazio alla passione, alla rabbia,
alla speranza in una dimensione individuale che vuole diventi
patrimonio degli altri attraverso il racconto.
Il secondo piano è quello della memoria pubblica, in una
dimensione in cui lantifascismo e lantirazzismo divengano
una discriminante per qualsiasi azione politica . NellItalia
degli anni Cinquanta - Sessanta in cui si tendeva a minimizzare
il fenomeno e in cui esisteva in parlamento un partito neofascista,
il Movimento Sociale, che si richiamava, anche dal punto di vista
generazionale dei suoi capi, alla Repubblica Sociale Italiana
di Mussolini , era un ammonimento che conservava la sua validità.
Il terzo piano è quello di consolidare tale memoria attraverso
istituzioni permanenti come, ad esempio, il Museo della Deportazione
di Carpi (alla cui realizzazione collaborò anche Gaggero)
e per le quali occorre unanalisi critica, fredda
intellettualmente, ma completa, esauriente, capace a sua volta
di trasmettere emozioni ai visitatori del futuro museo.
Listituzione della Giornata della memoria il
27 gennaio, giorno della liberazione da parte dellesercito
sovietico del campo di Auschwitz, ha cercato di creare un giorno
di memoria condivisa da parte di tutto il paese di fronte allo
sterminio nazista. In questo in buona parte la Giornata
ha raggiunto il suo obiettivo, anche se tale evento ha bisogno
di essere continuamente rivatilizzato per evitare che si trasformi
in un rituale. Il MSI non esiste più e il leader della
nuova destra di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini ha proclamato
solennemente che il fascismo è irrevocabilmente
consegnato alla storia, che le leggi razziali fasciste
del 38 furono causa di atrocità e addirittura
uninfamia, che Salò fu una pagina
vergognosa. Prese di posizioni che alcuni hanno giudicato
piuttosto tardive rispetto alla gravità dei fatti, ma
che in ogni caso hanno costituito un notevole passo avanti nella
costruzione di una memoria collettiva.
Tale presa di distanza è stata confermata dalla riscoperta
di un fascista atipico come Giorgio Perlasca ( fra
laltro effettuata da un giornalista di sinistra come Enrico
Deaglio ) che si era impegnato per la salvezza di numerosi ebrei
. Un personaggio rilevante, nella sua semplicità, che
doveva far capire come anche un fascista potesse assumersi le
proprie responsabilità di essere umano di fronte allo
sterminio; si sottintendeva dunque che non ci dovesse essere
nessuna comprensione per chi non aveva sentito nessuna esigenza
morale nel fare tutto ciò.
Lunico rischio ancora presente è quello che lo sterminio
sia considerato un atto di estrema gravità dovuto alla
semplice follia del nazismo o ad un atto isolato per quanto riguarda
il fascismo italiano. In realtà il percorso verso lo sterminio
va inserito necessariamente nel più ampio percorso della
nascita e dello sviluppo dei fascismi europei, nella loro storia
politica: non a caso Gaggero corredava le sue memorie con appunti
manoscritti che illustravano minuziosamente le tappe storiche
dei regimi fascisti fino allo sterminio Il pericolo della semplificazione
era (ed è) sempre dietro langolo. .. |