9788866151647
ANXIOUS EPITAPHS EPITAFFI INQUIETI la veglia irrequieta
degli artisti maledetti Baldocchi Andrea p. 46, ill. ,Bross
Cucito, 10,00 Collana Arte,n.7 2018. |
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ANXIOUS EPITAPHS EPITAFFI INQUIETI la veglia
irrequieta degli artisti maledetti |
Introductory note
This is a collection of twenty-nine epitaphs about art and
poetry written in Pisa between 2014 and 2017.
I think art is intricately connected with poetry, although the
plots of these brief stories differ in theme, each dealing with
a different situation.
These epitaphs are firmly rooted in a spiritual world which
gradually gives way to a more classical style. My writings are
a combination of miscellaneous thoughts, omnia mutantur, nihil
interit it is a vision from heaven, or from hell, as man
seems to be spiraling downward. It is a strenuous journey toward
our soul.
I am determined to focus on the idea that the value of an
artist must be viewed in a peculiar context and I wish to show
the importance of melancholy as a creative emotion, a sort of
choking Kafkian nightmare in other words, a deep sense
of alienation in a hostile land.
Melancholy is often examined by painters and poets, who, through
subtle modulations, usually explore the inner space between the
word anxiety and the creative moment, between body
and soul.
Andrea Baldocchi
Presentazione dellEditore
L'epitaffio, che sin dall'antica Grecia enumera le qualità
e i grandi risultati ottenuti da grandi e minori personaggi nella
loro vita, per Andrea, è il mezzo inusuale per fare critica
d'arte e letteraria, alla maniera dei moderni post di facebook
dove in poche parole devi racchiudere un concetto. Ma a differenza
di quest'ultimi, questi epitaffi strabordano di contenuti tanto
da poterli classificare come dei concentrati enciclopedici che
esplodono, o meglio, come oggi si dice, si aprono con numerosi
link su vasti rimandi e richiami artistico letterari.
Andrea poi si concentra sul lato melanconico che attraversa ogni
artista. La melanconia come condizione quasi necessaria per poter
compiere azioni degne di essere ricordate. Perché
gli uomini che si sono distinti [perittòi] nella filosofia,
nella politica, nella poesia, nelle diverse arti sono tutti dei
melanconici e alcuni fino al punto da ammalarsi delle malattie
dovute alla bile nera? .1
Ecco, in questo piccolo libro c'è tutto questo e di più,
è un nuovo modo di fare critica e di contribuire a mettere
un altro tassello nel vasto campo del conoscere e del comprendere
del genio umano.
Enrico Beni |
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9788889971260 Baldocchi Andrea Carlo Guarnieri. Xilografie
scelte pp 42, ill. Bross., 27,00 Arte, n.1, 2007. |
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Carlo Guarnieri. Xilografie |
Quando Andrea ci ha proposto questo libro d'arte a noi che
siamo un piccolo editore alle prime armi e con nessuna esperienza
in questo campo, abbiamo accettato la sfida, e i risultati ci
sembrano buoni se non ottimi ma lo lasciamo giudicare ai lettori.
Fare un libro d'arte implica di vedere le cose come le avrebbe
volute vedere l'artista, immedesimarsi nel suo tempo e nei suoi
luoghi e anche nel suo pensiero.
Nel caso di Guarnieri, grazie ad Andrea Baldocchi comporre il
testo, impaginarlo è stato un bellissimo viaggio nella
ricostruzione della vita dell'artista attraverso le sue immagini
più significative. E inoltre riscoprire il mondo della
Xilografia, quella tecnica di incisione a rilievo del legno già
usata sin nell'antica Cina; e che ha conosciuto la sua fortuna
tra il Quattrocento e il Cinquecento specialmente per l'illustrazione
di libri, riportando su tavoletta dei disegni originali. Ma nel
caso di Guarnieri non è trasposizione ma è invenzione,
nasce come disegno e intaglio insieme, quale linguaggio xilografico
dell'artista.
Carlo Guarnieri, si dimostra un artista di razza, anche se per
troppo tempo dimenticato e raramente è ricordato tra i
massimi xilografi italiani, egli era artista vero, ma schivo,
e nella storia della xilografia moderna il Guarnieri ha tutto
il diritto morale di essere considerato tra i grandi, e questo
libro vuol contribuire ad accelerare questo riconoscimento.
Sappiamo che l'opera di Guarnieri era molto influenzata da De
Carolis (Montefiore dell'Aso 1874-Roma 1928, uno più indiscussi
maestri dell'arte xilografica, amico di D'annunzio, collaboratore
della rivista letteraria Il Leonardo), tanto che
il suo bellissimo Dante Adriatico suggerirà al Guarnieri
un altrettanto bel Dante Tirreno. E come riporta Andrea Baldocchi
in una sua nota a pag. 26: De Carolis fa vivere un Dante
alla fine del suo viaggio, esattamente mentre lo sta concludendo.
Carlo Guarnieri, invece, indulge piuttosto su uno sguardo abbassato
in senso devozionale sopra le mani quasi intrecciate, senza fissare
un particolare momento. Se De Carolis segue con assoluta fedeltà
liconografia tradizionale riportando un uomo al culmine
della propria formidabile avventura, Guarnieri preferisce cogliere
lattimo immediatamente successivo alla stessa. Precisamente
appena cessa la visione, i versi terminano, il libro si chiude
tra le mani e gli occhi si volgono in basso. Guarnieri dà
seguito ideale al lavoro del proprio maestro- lo spettatore,
quindi, ha la possibilità di leggere gli ultimi versi
del Canto attraverso lanalisi delle due xilografie, una
di seguito allaltra.
L'editore |
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9788889971574 Baldocchi Andrea, Mussolini, la marcia su
Roma, pp. 40, ill., 20,00 Bross., Arte, n.3, 2009. |
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Carlo Guarnieri. Mussolini la marcia su Roma |
Questo libro sull'arte della xilografia è un nuovo
passo alla conoscenza di uno stile riservato ormai a pochi, dato
lo sviluppo delle tecnologie di stampa, ma che ha avuto una grande
diffusione in altri periodi storici sin dalle sue origini. Si
dice sia stata la Cina ad inventar tale tecnica (i primi documenti
sono datati 868 a.C., rotolo delle grotte di Dunhuang Sutra
del Diamante ora alla British Library) e lo sviluppo maggiore
nel mondo occidentale è verso dalla metà del 1400.
In una società altamente religiosa come quella della fine
del medioevo l'arte xilografica servì allo scopo principale
di illustrare scene religiose ed esercizi di pietà tramite
immagini altamente di qualità e dai tratti molto spiccati
veri e propri tatuaggi dello spirito che s'imprimevano
profondamente (come il bulino che era servito a crearle) nell'anima
del lettore o fruitore i cui occhi vedevano così rappresentato
fisicamente l'eterno, la salvezza, la sicurezza e la protezione
contro i mali del mondo.
E di questa tecnica si è servito Guarnieri per dare volto
all' Uomo della provvidenza a cui tutto il popolo
italiano guardava con speranza e con ammirazione. Gli italiani
a differenza dei loro cugini d'oltralpe non si sono emancipati
dalla sudditanza al potere sia politico che religioso. Sono diventati
popolo solo grazie a pochi eletti e al laissez-faire. La storia
e la politica non erano e non sono cosa loro. Ma
sono sempre stati affascinati allora, come oggi dall'uomo forte,
che risolve tutti i loro problemi, lasciandoli nel limbo dell'incoscienza
e dell'ignoranza, dove si trovano a proprio agio.
Guarnieri aveva capito l'anima del popolo e da vero artista affonda
il suo bulino nelle corde più nascoste dell'anima italiana
e riesce a fare un capolavoro che verrà ammirato e osannato
sia dai fedeli del Duce per il suo significato politico e di
gloria del regime; sia dagli altri, per la maestria di aver far
saputo esprimere sul nudo legno tutte le corde dell'animo umano
dalla forza alla sicurezza, dalla fortezza al trionfo di colui
che diventa simile a un dio. E che soddisfa il bisogno
biblico del vitello d'oro che è sempre presente
nel profondo dell'animo umano e delle folle, di ieri come di
oggi .
Così Guarnieri ha saputo creare un'opera che travalica
il tempo e che oggi come ieri sprizza da tutti i suoi pori il
bisogno degli italiani alla sudditanza e alla delega del loro
destino.
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9788889971437 Baldocchi Andrea, Sirio Bandini. Profilo femminile.
«Il malatimmaginario», pp 40, ill., 15,00
Bross. Arte, n. 2, 2008 |
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Sirio Bandini. Profilo femminile. «Il
malatimmaginario» |
Questo libro dedicato a Sirio Bandini e le sue donne,
nasce nell'ambito dell'iniziativa "il malatimmaginario"
che ha lo scopo di istituire una pinacoteca nell'ospedale di
Piombino (Li). L'ospedale diventa così, oltre che luogo
che risana il corpo, anche luogo dove lo spirito recupera la
sua identià e la coscienza di far parte di un tutto, che
porta all'armonia; nonostante che la malattia tenda, con il dolore,
a farci dimenticare il nostro diritto alla felicità. Sirio
Bandini e le sue figure di donne mostrano il proprio corpo non
come le "veline", ma come coscienza della loro identità
di madri, figlie mogli e amanti, nel segno del bello e dell'arte.
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DA PRINT QUATERLY, XXV, 2008,4 PAG. 436
CARLO GUARNIERI. Andrea Baldocchi's small introductory monograph,
Carlo Guarnieri: Xilogrqfie scelte (Piombino, 'La Bancarella
Editrice', 2007,42 pp., 27 b. & w. ills., 27), has
recently joined the growing group of publications devoted to
Italian woodcut artists of the last century. Born in 1892 on
the Tuscan coast near Livorno, Guarnieri studied in Florence,
where he became a devoted admirer of Adolfo De Carolis. A precocious
starter with the technique, he made a series of prints of the
Seasons at the age of 13, which Baldocchi relates to the posters
of Mucha. The author makes judicious lise of comparative illustrations
alongside Guarnieri's own work, accompanying them \vith a paragraph
of explanatory text.
By 1914 the young artist had become aware of International Symbolism,as
is evident from Fantasia that has echoes of the pre-Futurist
etchings of Russolo. Guarnieri's lise of dynamic line leads Baldocchi
to reproduce a detail of a work by Umberto Mastroianni, executed
some 65 years later, alongside it. In 1921 the artist made a
portrait of Dante, which he titled Dante Tirreno, in open
homage to the woodcut of the poet produced the previous year
by De Carolis, which D'Annunzio had baptised as Dante Adriatico.
Guarnieri's image stands up well to that of his hero. One of
the most striking prints illustrated here is his 1922 Tramonto,
in which brilliant fiashes of light shine out frolli behind the
Appennines. Unexpectedly; but appositely; Baldocchi relates the
glow to the sky in Gustave Doré's Creation of the Moon.
In 1923 Guarnieri moved to Turin, where he became friends with
Felice Carena. Re was also in contact with the sculptor Arturo
Martini in Rome. The last print illustrated here, Maternità
of 1928, is extremely sculptural. Baldocchi sees it as; analogous
to the work of the Faentine Ercole Drei, but it could also be
compared with Emilian religious sculpture of the first half of
the sixteenth century. Guarnieri lived on until 1988, so that
this book deals only with a limited part of his career. It does,
however, provide the reader with a very extensive bibliography:
From the exhibition history one gleans that Guarnieri was stilI
exhibiting prints in the 1960s.
MARTIN HOPKINSON |
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