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 EAN 9788866151777

I FANTASMI DI EKATERINBURG

1918-2018

Cento anni di misteri intorno all'uccisione dell'ultimo zar e della sua famiglia
Barbara Mori, 17x24, pag. 298

ill. 14 foto a colori 60 in B/N anno 2018 € 18,00
Collana Biblioteca di Storia n. 27

Barbara Mori

È nata a Nata a Piombino da famiglia operaia, dopo il diploma di Scuola Media Superiore ha lavorato come impiegata presso studi legali.
Attualmente risiede ancora in Toscana.
Appassionata di Storia, è rimasta particolarmente colpita dalla tragica fine dell'ultimo Zar di Russia all'epoca del ritrovamento dei suoi resti. Dopo anni di studi e ricerche, ha deciso di pubblicare un resoconto dettagliato sulle circostanze, le motivazioni e le conseguenze del massacro di Nicola II e della sua famiglia, di cui quest'anno cade il centenario. Nella sua ricerca ha prediletto di occuparsi soprattutto sulle vicende sui membri della servitù e del seguito che seguirono volontariamente in esilio i propri sovrani, trovando la morte insieme a loro.

 

 

I FANTASMI DI EKATERINBURG 1918- 2018

Cento anni di misteri intorno all'uccisione dell'ultimo Zar e della sua famiglia.

Per settant'anni il regime comunista ha fatto di tutto per estirpare il suo ricordo dalla memoria collettiva, se non per screditarlo, basti pensare che era proibito persino pubblicare le sue fotografie: il risultato è che le generazioni più vecchie lo percepiscono ancora come “il tiranno coronato”, un autocrate dispotico, succube di una moglie psicotica e reazionaria e manovrato da un santone folle, responsabile del “macello imperialista”, ossia la Prima guerra mondiale, sfruttatore e bevitore del sangue del proletariato. Spesso la Storia scritta dai vincitori genera luoghi comuni difficili da sfatare, come in questo caso, diffusi da settant'anni di storiografia sovietica, dai film di propaganda comunista imposti nei cinematografi e dalla vulgata popolare.
Molti testimoni “neutrali” ne fanno invece un ritratto diverso: Churchill, ad esempio, ne parlò con indulgenza e gli riconobbe dei meriti. Tolstoj diceva di lui: «Lo zar è un brav'uomo, il brutto sono quelli che gli stanno intorno». Lo stesso Jurovskij, comandante del plotone di esecuzione che sterminò la famiglia imperiale, lo definì “un uomo semplice e ordinario, dominato dalle donne di casa”.

Un membro della Commissione d'Inchiesta Straordinaria a sua volta scrisse: «È sempre stato più facile indurre in errore una persona onesta che un uomo malvagio. Il Sovrano, senza dubbio, era un uomo onesto.» Come stanno davvero le cose? Fu veramente un tiranno insensibile di fronte alle sofferenze del suo popolo, oppure un uomo per bene che non era nato per governare?

La verità, come sempre, sta nel mezzo. Nicola II è stato il capro espiatorio sul quale il popolo russo si è vendicato di secoli di ingiustizie; rappresentazione vivente dell'autocrazia, ha pagato anche per tutti i suoi predecessori, e pur con tutti i suoi
errori e le sue responsabilità, e per quanto severo possa essere il giudizio sulla sua figura storica, non c'è paragone tra i suoi torti e la sua efferata uccisione insieme alla sua famiglia. Per decenni la vicenda dell'ultimo zar di Russia ha appassionato il mondo intero per i suoi caratteri romanzeschi, con un favoloso regno perduto, un erede al trono destinato a morire nell'infanzia, quattro bionde principesse strappate alla vita nel fiore degli anni, un oscuro monaco dai poteri soprannaturali, una sanguinosa rivoluzione che avrebbe cambiato il mondo, uno spietato omicidio di massa di donne e bambini: una trama che sembra scritta apposta per un poema epico, o meglio, per una tragedia greca che non poteva non appassionare generazioni di persone. Dopo un secolo di misteri, tra cadaveri mancanti e leggende di sopravvissuti, oggi c'è una grande esigenza di verità intorno a questo enigmatico monarca giustiziato senza processo al quale è stato riconosciuto lo status di vittima del comunismo. Una verità della quale i russi, ma non solo loro, sono stati privati per troppo tempo.
A cento anni di distanza, una cosa si può affermare con certezza: massacrando i Romanov il Bolscevismo ha creato dei martiri la cui memoria vivrà in eterno. Non si sarebbero sprecati fiumi di inchiostro da un secolo a questa parte se fossero stati semplicemente mandati in esilio: la Storia è piena di regnanti decaduti finiti ben presto nel dimenticatoio, anacronismi viventi le cui vicende, unitamente a quelle dei loro discendenti, trovano posto tutt'alpiù nelle pagine dei rotocalchi rosa. Il brutale assassinio dello “Zar martire” e dei suoi familiari, invece, ha posto attorno alle loro teste l'aureola dei santi, facendone una leggenda mistica che in Russia è ormai diventata oggetto di culto. Nel centenario esatto dell'eccidio di Ekaterinburg, il 17 luglio 2018 alle 2.30 del mattino, oltre 100.000 persone hanno partecipato ad una processione di tredici miglia guidata dal patriarca Kirill dal luogo dell'esecuzione alla fossa comune dove furono gettati i resti.
In questo senso, lo scantinato di Casa Ipatiev non fu la fine di tutto, ma solo l'inizio: dopo un lento ma inesorabile giro della ruota della storia, quello che per tutto il Novecento è stato demonizzato come “Nicola il Sanguinario”, dopo un secolo è diventato “Nicola il Santo”, al quale si attribuiscono addirittura miracoli, condizione necessaria per la canonizzazione.
(continua)

Dall'introduzione al libro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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  Passando all’autrice non posso che farle i complimenti, perché il lavoro da lei svolto, ha come fonti testi di rilievo, che ci presentano un range molto ampio che comprende sia il nucleo della famiglia e si allarga fino al seguito di chi ne ha condiviso il destino.... LEGGI TUTTA LA RECENSIONE SUL SITO MUATYLAND TESTO CONSIGLIATISSIMO VOTO 5 SU 5
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