9788889971079 D'annunzio Gabriele, La rosa e il cardo. Lettere
da Fiume e dintorni, p. 94 ill., 12,00 Bross. Bib Del
'900 n. 13 2008. |
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La rosa e il cardo. Lettere da Fiume e dintorni |
Il 12 settembre 1919 una colonna di militari partiva da Ronchi
in Friuli diretta alla volta della città di Fiume. La
guerra era finita da circa un anno e questi non erano militari
regolari: li guidava un comandante altrettanto irregolare,
Gabriele DAnnunzio, il poeta famoso, il Vate, leroe
della Grande Guerra che così tanto aveva voluto. Limpresa
voleva infrangere le regole del realismo politico del Congresso
di Parigi che voleva disegnare la nuova Europa sulle rovine degli
Stati sconfitti.
La città di Fiume aveva fatto parte dellImpero Austro-ungarico
ed era abitata da una maggioranza di cittadini di lingua
italiana: già il 30 ottobre 1918, quando la guerra era
nella sua fase finale, il Consiglio Nazionale italiano di Fiume
si era dichiarato favorevole allannessione al Regno dItalia,
in nome dellautodeterminazione dei popoli.
Purtroppo la città non era stata contemplata fra i territori
che dovevano passare allItalia, secondo il patto di Londra
del 1915, fra lItalia stessa e lIntesa e tale determinazione
fu confermata dalla pace di Parigi del febbraio 1919, in particolare
per lintervento del presidente americano Wilson che spinse
per lassegnazione di Fiume al neo-nato Regno dei Serbi,
Croati e Sloveni (la futura Jugoslavia). La decisione fu vissuta
dagli ambienti interventisti italiani come il simbolo della vittoria
mutilata, nonostante i tentativi del governo Nitti, insediatosi
nel giugno del19, di risolvere la questione per vie diplomatiche. |
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