Novità novembre
2011
Nella vita di una persona capita, più
o meno frequentemente, dimbattersi in parole di cui non
ha una compiuta conoscenza od il suo reale significato.
In queste occasioni si possono avere forme diversificate di reazione:
A) si può far finta di sapere, sperando di non essere
chiamati in causa.
B) non si conosce il vero significato della parola sentita, ma
non ci interessa saperne di più.
C) non si afferra il suo significato, ma non si ha la possibilità,
sul momento, di chiedere spiegazioni perché condizionati
da fattori contingenti e magari poi si tralascia tutto.
D) si ignora il suo reale significato ma la si annota o questa
viene mentalmente memorizzata, per poi, in un secondo momento,
fare le dovute ricerche per capirne il senso.
Ebbene, nella mia vita sono passato attraverso tutte queste fasi,
in ordine diverso tra loro ed alla fine, per motivi che cercherò
di spiegare successivamente, mi sono indirizzato, in modo piuttosto
esaustivo (almeno per quanto mi riguarda), verso lipotesi
in cui catturo la parola di cui non conosco il suo
compiuto significato, per poi effettuare ricerche di merito su
dizionari, su internet od altro.
Nel tempo sono così arrivato ad aver fatto ricerche su
una quantità abbastanza rilevante di parole non comuni.
Anche se non posso ovviamente ricordarmele al 100% tutte (la
quantità di parole catturate è davvero
notevole) sono diventato consapevole di una buona
parte di esse.
Agli inizi delle mie ricerche ero stimolato da curiosità,
dal desiderio di non essere così ignorante;
nel tempo, poi, al concetto di curiosità, si è
aggiunto il presupposto di conoscenza vera e propria. Solo successivamente
si è aggiunto, per le esperienze avute in merito, anche
un presupposto umoristico. Questultima considerazione è
scaturita dal fatto che, talvolta, pronunciando parolestrane,
la reazione delle persone spesso è sfociata in situazioni
ilari e/o comiche (in tal senso, ricordo piacevolmente le esilaranti
conseguenze di parole come palingenesi* e onanismo*, che sono
state interpretate rispettivamente come problemi di segnaletica
e prerogativa di cui vantarsi pubblicamente).
Con il passare del tempo la ricerca del significato delle parole
non usate comunemente, oltre ad un impegno mentale, è
diventato anche un divertente passatempo e mi sono dedicato sulla
materia con autentica passione.
Riflettendo poi sullargomento, mi è venuta lidea
di materializzare la mia passione in una raccolta che ho definito
Glossario di Franco al solo fine di dar seguito alla
mia curiosità a di cercare di far conoscere il più
possibile largomento a più persone possibili, senza
pretese di aver scoperto chissà cosa e con il presupposto
di rendere anche gradevole una fonte di semplice condizione nozionistica.
Contemporaneamente, la lettura di questa raccolta, può
essere anche utile per limitare la valenza di certi latinorum
e simili, particolarmente proficui per chi vuol confondere il
prossimo, specialmente per proprio tornaconto.
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