«Apparvero un giorno, comandati da un giovane re di
nome Thuva con al seguito dodici tribù provenienti dalla
Tracia, dopo un cammino di qualche millennio attraverso metà
Europa, dai moderni Balcani su fino alle Alpi e giù attraverso
gli Appennini.
Dinanzi a loro la terra promessa: una specie di laguna, delimitata
da due promontori, uno situato dove tramonta il sole ed uno a
mezzogiorno. A Ovest la terraferma molto vicina alle sponde di
una grande isola, circa trenta stadi. Dall'altra parte un promontorio
a forma di punta di un'ala di gabbiano prolungato da scogli che
affiorano dall'acqua e finiscono in una piccola isola che dista
dall'isola maggiore circa cinquanta stadi.
Il litorale verso l'interno è formato da tomboli di sabbia
che originano piccole colline e coste rocciose che scendono a
picco sul mare fino a raggiungere l'altezza di uno stadio. I
tomboli di sabbia formano una lingua di terra che separa il mare
dalle lagune interne di acqua salmastra. Molti sono i fiumi che
sfociano a mare, ma non sono di grandi dimensioni. Le due lagune,
una verso mezzogiorno e l'altra al tramonto, per gran parte sono
vere paludi, difficili da traversare. Molti i pesci che guizzano
nel mare di colore argenteo che così facendo fuggono all'aggressione
di altri pesci di grande dimensioni.
L'entroterra in gran parte pianeggiante reca numerose varietà
di prati dove pascolano molti tipi di animali allo stato brado:
asini di piccola statura, bovini dalle grandi corna, cavalli
con lunga criniera e dalla statura massiccia, cinghiali con lunghe
zanne che talvolta, quando hanno i piccoli, diventano molto aggressivi;
ci sono poi caprioli, daini, cervi, volpi, linci, leoni, e gatti
selvatici. Nelle acque interne le martore scavano delle tane
e le cannucce molto rigogliose nascondono i ripari delle molte
specie di oche ed anatre selvatiche, aironi e falchi...»
L'autore, appassionato di storia, ha messo mano alla penna,
nel vero senso della parola, e ha deciso di raccontare l'origine
di Follonica sotto forma di romanzo, ripercor-rendo i viaggi
che gli antichi Traci hanno compiuto, sfuggendo ai Gre-ci, sino
ad arrivare in Italia dove incontrano i Troiani, superstiti dal-la
distruzione della loro città. Questi due popoli scelgono
il golfo di Follonica e le colline metallifere come nuova patria
dove fondare nuove città, dando così origine poi,
al popolo etrusco, grazie all'unione con il popolo d'Esperia
(L'Italia dei Greci).
L'autore narra, attraverso bat-taglie colpi di scena e misteri
esoterici, l'arrivo di questi nuovi popoli, fino alla nascita
di Follo-nica.
L'autore racconta, inoltre, la vi-cissitudini di Enea ed Odisseo
che però, al contrario di ciò che comu-nemente
si crede, qui non sono quegli eroi da tutti conosciuti e osannati,
ma dei veri e propri avventurieri, i cosiddetti pirati
greci che tanto timore incutevano ai popoli autoctoni d'Esperia.
Un libro che si legge tutto d'un fiato; una riscrittura fantastica
che, non manca di fascino e di coin-volgimento, ma anche di alcuni
momenti poetici e, descrizioni, del magnifico e unico ambiente
della Maremma, che spinse questi an-tichi popoli, nel loro migrare,
a farne loro patria per sempre. |