9788889971512
Fucini Renato, Cento sonetti e 50 nuovi sonetti in vernacolo
pisano, p. 238 ill.--- 15,00 Bross., Classici n.
2 2009.
nuova edizione con tutti i
sonetti! |
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CENTO SONETTI E
50 NUOVI SONETTI IN VERNACOLO PISANO |
Visto il successo delle poesie di Fucini abbiamo deciso di
stampare una nuova edizione aggiungendo gli altri 50 sonetti
in modo da avere tutte le poesie in un solo volume, sperando
che ciò faccia piacere ai nostri lettori. Per i Cento
sonetti abbiamo usato la prima edizione fiorentina del 1872 tipografia
Pellas. Per i cinquanta sonetti l'edizione del 1882 di Pistoia
tipografia Cino.
Sono state aggiunte delle note a quelle originali per comprendere
meglio i testi e collocarli nel loro periodo storico. Inoltre
abbiamo aggiunto illustrazioni a piè poesie.
"I sonetti del Fucini con i suoi strafalcioni madornali
verità solenni, scempiaggini grossolane e arguzie finissime,
buffonate ignobili, feste clamorose, scene di disperazione bestemmie,
oscenità, colpi di coltello e serenate amorose: sono il
ritratto del popolo; in tutte le sue ingenuità, le diffidenze,
le superstizioni, le astuzie, la cocciutaggine. Fucini con sagacia
meravigliosa ne ricotruisce, le sue più sfuggevoli espressioni
e situazioni in casa, in piazza, in chiesa, al teatro, in tribunale,
nelle tribune del parlamento. Il popolino è sorpreso a
sdottorare di politica e di scienza, e a criticar leggi e istituzioni;
e fatto parlare con tutti i suoi idiotismi, colle sue storpiature,
col suo linguaggio sfrenato, strapazzato e potente. Sono versi
stupendi presi belli e fatti sulle labbra del popolo, proverbi
incastonati con una maestria ammirabile per il godimento del
lettore." Edmondo De Amicis.
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9788889971178 Fucini Renato, Lombardi Enrico, Le veglie di Neri.
Paesi e figure della campagna toscana­Storia di Monterotondo,
p. 183 ill. 15,00 Bross., Classici n.1 2007. |
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Le veglie di Neri |
Pubblicare le Veglie di Neri, oggi, non
vuol dire solo fare un operazione di amarcord ma
riscoprire il Fucini sconosciuto e bistrattato, relegato agli
ultimi posti nel panorama della letteratura italiana del'800
e primi novecento. Fucini merita (secondo noi) al pari di Verga
un posto tra i veristi anche se non raggiunge l'eccelsa
prosa di costoro, ma nel suo linguaggio asciutto e privo di fronzoli
riesce comunque da narratore di razza a conquistarsi un posto
importante nella storia della letteratura dialettale. Rileggere
oggi il Fucini ci permette di capire chi era, a cosa aspirava
e quale messaggio sociale-letterario ci abbia lasciato. Attraverso
i suoi personaggi ci ha fatto uno specchio fedele di una società
povera, classista, conservatrice falsamente liberale, asservita
alla leggi del più forte, della ricchezza e del clericalismo
di bassa lega che nulla aveva da spartire con il vangelo, e con
il suo messaggio, rivolto alla liberazione; mai conosciuta, da
quei poveri che animano le pagine delle Veglie. Non manca in
questi racconti la superstizione e l'ignoranza come in Perla
e nell' Orologio a cucù. È anche una
denuncia; oggi sempre attuale, contro la violenza alle donne,
come nel caso di Fiorella che rappresenta anche la
tragedia degli orfani, delle adozioni scriteriate che portano
a un sorta di schiavismo. |
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9788889971512 Fucini Renato, Cento sonetti in vernacolo pisano,
p. 174 ill. 20,00 Bross., Classici n. 2 2009. |
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Cento sonetti |
I sonetti del Fucini con i suoi strafalcioni
madornali verità solenni, scempiaggini grossolane e arguzie
finissime, buffonate ignobili, feste clamorose, scene di disperazione
bestemmie, oscenità, colpi di coltello e serenate amorose:
sono il ritratto del popolo; in tutte le sue ingenuità,
le diffidenze, le superstizioni, le astuzie, la cocciutaggine.
Fucini con sagacia meravigliosa ne ricotruisce, le sue più
sfuggevoli espressioni e situazioni in casa, in piazza, in chiesa,
al teatro, in tribunale, nelle tribune del parlamento. Il popolino
è sorpreso a sdottorare di politica e di scienza, e a
criticar leggi e istituzioni; e fatto parlare con tutti i suoi
idiotismi, colle sue storpiature, col suo linguaggio sfrenato,
strapazzato e potente. Sono versi stupendi presi belli e fatti
sulle labbra del popolo, proverbi incastonati con una maestria
ammirabile per il godimento del lettore.
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