DOMENICA 11 DICEMBRE ORE 11.00
PRESENTAZIONE DEL VOLUME MENESTA ASCIATIZZA DI FRANCA MOLINARO AL CALIDARIO DI VENTURINA -LI-
A CURA DELL'ASSOCIAZIONE IRPINA DI PIOMBINO
clicate sulle foto e leggete l'articolio di Franca sulla presentazione fatta al Calidario.
Ottopagine, domenica 18 dicembre, Il Giardino
della Grande Madre
Tra Irpinia e Maremma
di Franca Molinaro
Sono in Maremma per presentare il mio libro "Menesta Asciatizza",
sono stata invitata dall'editrice toscana Stefania Stefanini de
"La Bancarella", e da Giovanni Di Pietro, presidente
dell'Associazione Culturale Irpina in Val di Cornia, la manifestazione
si svolge al Calidario, un moderno centro termale realizzato da
un Irpino in terra etrusca. Son venuta con qualche giorno di anticipo
per scoprire la flora maremmana così mi ritrovo a zonzo
per boschi e fiumi e mi pare già di essere a casa. Dalla
Valle Rotana ci dirigiamo verso Bocca d'Ombrone, la foce del fiume
omonimo. La mia guida, il dott. Aldo Grieco, è un capo
scout ultracompetente, mi porta dalla collina fino al mare. Non
è un buon periodo per le escursione e parte della giornata
piove ma la cosa non ci spaventa affatto. La macchia mediterranea
ha un ché di familiare ma è molto più ricca
di specie rispetto alla nostra e decisamente più intrigata.
L'estensione è incalcolabile e non ti puoi avventurare
se non hai una guida fidata, qui la gente si perde e qualche volta
ci muore. I sentieri sono cunicoli aperti dagli animali e in qualsiasi
momento puoi incontrare un cinghiale, un tasso, un capriolo, un
istrice, una volpe. Signora del bosco è la Quercux suber
che in questo periodo è stata scorticata fino a due metri
di altezza, la corteccia è stata recuperata accuratamente
e il tronco nudo è stato spennellato con una resina protettiva
rossiccia che le conferisce il caratteristico colore terra di
Siena naturale. Anche Quercus ilex è comunissimo con il
suo verde lucido e le piccole ghiande pronte per cadere. Juniperus
oxycedrus macrocarpa mostra le bacche enormi, molto più
grandi di Juniperus communis presente nel nostro Appennino, il
mirto si distingue per le piccole bacche nere piriformi e, se
stropicciato regala un profumo che rimanda ad essenze e tempi
lontani, in Sardegna lo usano per confezionare un liquore, l'unico
che ti offrono se siedi al loro desco. Qua e là, grappoli
rossi pendono da altezze diverse, è Smilex aspera che ha
maturato le bacche lucide e si arrampica, con le poderose spine
arcuate. Arriviamo ad un capanno, oggi c'è una battuta
di caccia, qui l'ambiente è familiare, mi sembra di essere
in un mio quadro, quelli ambientati in Daunia. I colori della
macchia sono gli stessi della mia tavolozza, l'ocra tra il giallo
e il rosso impera sui toni scuri dei tronchi e del sottobosco,
piccole radure si aprono agli occhi oltre i sentieri. Il capanno
è una baracca in legno scuro, i cacciatori hanno tutti
la stessa faccia, sembrano quasi appartenenti ad un corpo militare
mentre i cani hanno guaiti e movenze differenti, pelosi i setter
e radi i segugi, si muovono sulla terra rossa, i primi scodinzolano
e guardano in giro, i secondi non alzano il naso dal terreno umido.
Ci allontaniamo e ci dirigiamo verso il mare, incontriamo campi
seminati a cereali e allevamenti di pecore, mucche, cavalli. La
mucca è quella maremmana, un monumento vivente, alta, formosa,
imponente, con grandi corna lunghissime, simmetriche, aperte sul
capo, hanno un numero stampato a fuoco sulla pelle, regalo dell'ultimo
rodeo. Mi avvicino per fotografarla ma mentre metto a fuoco si
allontana infastidita scomparendo tra ciuffi di Ammophylla arenaria
e arbusti fioriti di Erica multiflora. Oltre il recinto compaiono
due butteri a cavallo, sono vestiti al loro modo e in pochi minuti
si dileguano nella valle che mi fa pensare alla Piana del Dragone
ma di diversi ettari più grande. Qui è tutto fuori
misura, i campi pianeggianti, la macchia, le mucche e persino
le piante. Il rosmarino è in fiore, sono grossi cespugli
spontanei, anche Pistacia lentiscus qui è un albero mentre
da noi è un paio di metri, ora ha maturato le bacche rosse
e si fa notare anche per il bel fogliame tra il rossiccio e il
verde scuro. Camminiamo per ore nella pineta del Parco dell'Uccellina,
un luogo insolito per me che vengo dall'Appennino Campano. Il
paesaggio cambia man mano che ci avviciniamo alla costa, l'acqua
diventa sempre più salmastra e lascia sul terreno un velo
cristallino, vi vegetano le piante alofite, a perdita d'occhio,
ciuffi di Atriplex portulacoide e di Salicornia perennis, formano
un tappeto rossiccio o grigio. In una radura uno splendido esemplare
di volpe fa colazione dalle mani di due giovani, non è
infastidita dal mio obiettivo ma evita di guardarmi negli occhi.
La voce del mare è cupa e prepotente, la spiaggia stretta
è coperta da rami e tronchi secchi e bianchicci. Nella
sabbia qualche esemplare secco di Echinophora spinosa indica che
è inverno, solo Inula critmoides ed Aster tripolium mostrano
l'ultimo capolino, l'una giallo, l'altro lilla. Limonium vulgare
ha l'infiorescenza pronta per essere inserito in composizioni
di fiori secchi mentre Foeniculum vulgare è quasi irriconoscibile.
Ecco un mare che mi piace, penso sedendomi, riflettendo sulla
mia venuta in Toscana ed osservando una piantina di Senecio cineraria.
La natura è bella ovunque per le sue diversità,
proprio come gli uomini, ammesso che di essi si sappia cogliere
il buono che hanno dentro.
Al Calidario l'atmosfera è familiare, calda come il
cotto toscano che si fa notare ovunque tra il verde delle aiuole
e la pietra bianca. La sala miting è ben attrezzata per
la proiezioni delle immagini. I partecipanti sono interessati
ed attenti, ci sono Irpini ma anche simpatizzanti così
ci scambiamo notizie su come si chiamano e si cucinano le erbe
in altri luoghi. Il rappresentante dell'Amministrazione di Campiglia
Marittima è l'Assessore alla Cultura Jacopo Bertocchi,
un giovane molto sensibile a questo tipo di attività. L'Associazione
Culturale Irpina è un punto di riferimento in Val di Cornia,
organizza numerose manifestazioni e si adopera per mantenere saldo
il legame con la terra natia, ma questa non risponde affatto,
non capisce il senso di altruismo degli amici emigrati che, con
convinzione, operano in tal senso, ad esempio aiutando l'Associazione
H fondata dall'Editrice Stefanini a sostegno dei disabili. Grazie
a Stefania ed al suo gruppo, Piombino ha abbattuto molte barriere
architettoniche ed ha compreso che il disabile è una persona
normale ed ha diritto ad una vita normale. È un giorno
di festa per tutti, la presentazione del mio libro riunisce e
accomuna, i piatti proiettati sullo schermo fanno ricordare il
passato, la miseria lasciata alle spalle ed un senso di gratitudine
si avverte per la nuova patria. Agli inizi è stata dura,
ma poi, la loro onestà ha permesso un inserimento ottimale.
Hanno tutti una grande stima per me e lo dimostrano, io vorrei
abbracciarli uno per uno ma il tempo è tiranno in queste
circostanze. So che li rivedrò presto, abbiamo diversi
progetti e loro contano sul mio appoggio ma torno con la tristezza
della separazione, ormai li sento in me come tanti fratelli lontani.
La loro stima mi fortifica e mi dà il coraggio per continuare,
porterò in Irpinia i loro sorrisi anche se, forse, l'Irpinia
li ha dimenticati.