PREFAZIONE
Queste memorie, di Michele Marrini, oltre che narrare la sua
vita, dalla nascita a tutto il 1944, ci raccontano quei primi
anni del novecento, visti con gli occhi di un bambino che, ha
dovuto emigrare, anche per motivi di salute, dal suo paese natale
Scarlino, nella vicina Piombino, insieme a sua madre, rimasta
vedova. Michele si ambienta bene nella nuova città, trova
tanti amici, nuovi, con cui condividere giochi, bravate e prove
di coraggio.
Lui così mingherlino non si tira indietro a nulla, anzi
si getta dalla famosa Piazza Bovio di Piombino, a picco sul mare,
per recuperare una moneta da dieci lire d'argento lanciatagli
da un fascista. Con quelle si compra la famosa divisa da Balilla,
cui tutti aspiravano, ma che lui non poteva permettersi essendo
povero.
Crescendo passa da un lavoro precario all'altro finché,
viene assunto alla Magona d'Italia. Erano vicini, gli anni della
seconda guerra mondiale, e lì, comincia a scoprire il
socialismo anarchico e poi il comunismo. Lui è molto giovane,
e vive quei momenti formativi con letture e incontri suggeriti
dai nuovi compagni.
Viene la guerra, e Michele ci narra come si viveva in fabbrica
e come i malumori degli operai iniziassero a farsi vivi attraverso
piccole dimostrazioni o scioperi che però, venivano subito
soffocai dai fascisti e dai tedeschi, presenti nella fabbrica
per controllare la produzione di piattina per bossoli per mitraglia.
Michele, che non aveva dimenticato il suo paese e, dove andava
spesso, specialmente a causa dei bombardamenti su Piombino; dopo
il famoso 8 settembre, si trova coinvolto nella nascita della
Banda Partigiana di Scarlino. E di questa banda, ci narra tutta
la storia, nei diari che il suo comandante, Tenente Carlo Fabbrini
di Firenze, gli ordina di tenere per memoria. In questo periodo,
Michele si consegnerà ai fascisti per salvare la sorella,
viene portato a Firenze dove si cerca di arruolarlo nella Repubblica
Sociale. Ma grazie a sua madre fugge, e torna a Scarlino, dove
viene ripreso e riportato a Firenze. Di nuovo scappa con un suo
amico e torna nella Banda. Dopo qualche azione nella banda, con
la cattura di un tedesco e di altri sbandati, vive momenti tragici,
quando un suo compagno viene catturato e ucciso dai tedeschi,
Arrivano finalmente gli americani che nel padule di Scarlino
costruiscono un aeroporto e si preparano a bombardare Follonica;
ma grazie alle bande partigiane della zona, questa opzione viene
accantonata e i partigiani in prima linea, aiutati dagli americani
e dalle loro autoblindo, attaccano Follonica via terra. Di questa
Battaglia Michele ci narra i fatti salienti e allega una pianta,
disegnata a mano, su come si è svolta. Michele poi veste
la divisa americana e fa da guida alle truppe e le
segue a Venturina, nella Battaglia di San Vincenzo, e oltre.
A Bolgheri, al bivio per Donoratico, vengono attaccati dai tedeschi,
e lui viene salvato dal suo amico John, che lo spinge in un fosso,
mentre lui rimane steso a terra. Michele, poi, indica agli americani
dove attraversare il fiume Cecina per accerchiare i tedeschi
ben posizionati a Cecina e lungo il fiume. Conosceva bene il
passo della Steccaia essendoci passato nella sua
ultima fuga e, indicatogli da un contadino della zona, che lo
aveva nascosto, e che poi perderà la vita insieme alla
moglie in una rappresaglia dei tedeschi. Decide, di seguire gli
americani che dovevano imbarcarsi per il Pacifico, ma dopo Grosseto
torna indietro conscio che il suo posto era nella ricostruzione
delle fabbriche e del paese. Ma questa storia la potere trovare
nell'altro suo libro La fabbrica non chiuderà, Piombino
1953.
Sulle vicende di Michele, specialmente del suo periodo americano
abbiamo riprova nei testi (in inglese) della V armata di cui
riportiamo bibliografia e indirizzo web, in fondo, e che tutti
possano consultare.
Henry |