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EAN 9788866151616

LO STATUTO DI MONTEVERDI

Francesco Alunno ill. 40 foto A4, pp.188 anno 2017 € 20,00,

Collana Monteverdina n. 2
Alunno Francesco, esercita la professione d avvocato penalista a Firenze. Si è laureato nel 1992 prezzo l'Università di Pisa, facoltà di Giurisprudenza, con una tesi in Dirittto Comune dal titolo “Epiloghi precodificatori di un antico dibattito medioevale. Federigo Del Rosso e il problema della proprietà presunta. Nel 1996 ha conseguito una seconda laurea preaao l'Università di Firenze, facoltà di Lettere e Filosofia, con una tesi in Storia Medievale dal titolo “Lo statuto trecentesco di Monteverdi” Nel 2000 ha ottenuto il titolo di dottore di ricerca in Storia del diritto italiano con particolare riferimento al diritto medievale e al diritto comune presso L''Università di Roma facoltà di Giurisprudenza, XII ciclo.
Ha pubblicato gli articoli: “Federigo del Rosso. Un giurista leopoldino tra antico regime ed età della restaurazione” in «Bollettino Storico Pisano» (LXIV) Pisa 1995 pp. 193-223. “Le 'Memorie Ecclesiastiche' di Antonio Ansaldi (1775-1825). Un canonico pesciatino tra Rivoluzione e Restaurazione”, “Il castello di Monteverdi dal XI al XIII secolo: tra potere e abbaziale e potere comunale”, “Bande ed amministrazione del territorio nella politica di instaurazione medicea. Una prima ricognizione normativa”, facente parte del volume “Tecniche di normazione e pratica giuridica in Toscana in età granducale” curato dal Prof. Mario Montorzi, Pisa 2006, pp. 9-92.
Insieme ad Alessandro Colletti ha scritto “La badia di Monteverdi. La storia gli scavi del 1781. La ricerca delle spoglie di San Walfredo”. La Bancarella Editrice, Piombino 2010.

 

 

LO STATUTO DI MONTEVERDI

 

INTRODUZIONE

Affrontare lo studio di uno statuto medievale, di cui fu artefice sia un comune cittadino - in grado quindi di esercitare un certo peso politico e istituzionale - sia un comune rurale - che quel peso dovette sostenere - è come cercare di scoprire, in ogni sua angolazione, la società che dello stesso statuto fu promotrice, potendosi ricavare, tra le righe del testo che compongono i singoli capitoli statutari, un tessuto di interessi, di convinzioni e di scelte politiche.
L'esercizio del ius statuendi e l'opera materiale che da questo diritto scaturisce non rappresenta, come è noto, una semplice esercitazione giuridica alla quale si dilettarono giuristi più o meno competenti, talvolta imprecisi nel loro latino spesso intriso di volgarizzazioni, spesso contraddittori nelle formulazioni normative, ma costituisce un qualcosa di più rispetto a ciò che a prima vista può superficialmente apparire: un quadro sociale, organizzativo, strutturale, istituzionale, intimamente connesso con la contingente realtà storica del momento.
Sotto quest'ottica gli statuti comunali - tra il XIII e il XIV secolo - costituirono un fenomeno assai diffuso nell'Europa basso medievale, soprattutto in corrispondenza dell'affermazione, in maniera capillarmente diffusa, del regime podestarile, capace di determinare, progressivamente, la sostituzione alle raccolte più o meno organiche, di sacramenta e di brevia, di un testo tendenzialmente omogeneo nella sua struttura, appunto lo statuto. Non è un caso che tali formulazioni giuridiche procedettero di pari passo con l’affermazione dei primi concetti di ius commune romanistico, con tutti i consequenziali problemi relativi alla integrazione tra la legge romana e i nascenti iura propria. D'altronde furono proprio i diritti particolari che costituirono con la loro elasticità - e quello di Monteverdi rappresenta in tal senso una delle tante testimonianze a questo proposito - i mezzi più adatti per poter superare nella prassi quotidiana quella incapacità di adattamento 'immediato' del diritto giustinianeo - in una prospettiva strettamente storicistica - ad una realtà in costante mutamento.
Fu proprio la versatilità e la fungibilità dello statuto medievale che permise - pur con le innumerevoli contraddizioni che spesso rendono al moderno studioso assai difficile una lettura interpretativa, o, più semplicemente, cronologica - di risolvere quelle situazioni fattuali che necessitavano di inquadramento giuridico.
Non solo; lo statuto, e l'esercizio quindi del ius statuendi, costituì per qualsiasi comune - indifferentemente - il raggiungimento di una dignitas, la quale, seppur esercitata sotto il vigile controllo di un comune dominante - e pure in quest'ottica lo statuto monteverdino costituisce valido esempio - rappresentava la maggiore conquista politica - seppur variamente limitata - che un comune potesse raggiungere.
Se in un dato momento storico un comune, rurale o cittadino che sia, poté esercitare questo particolare diritto, ciò non fu mai dovuto al puro caso, ma in seguito all'affermazione di ben determinate necessità economiche, sociali, politiche, istituzionali che resero improcrastinabili, per il bene comune, determinate scelte che, prima che giuridiche, furono pur sempre politiche. A queste necessità la redazione di uno statuto, che da taluni storici del diritto è considerato la unica e vera fonte di produzione giuridica basso medievale, costituì la risposta più immediata alle esigenze che lo resero necessario.
Molteplici sono i canoni attraverso i quali la scienza giuridica e l'esperienza basso medioevale nel loro complesso hanno permesso di rispondere a queste esigenze, ed essendo ogni elencazione fuorviante in quanto intrinsecamente riduttiva, possiamo affermare che ogni statuto, singolarmente considerato, rappresenta una risposta, o meglio, un tentativo di creare un apparato di risposte a quelle stesse problematiche dalle quali trasse origine.
Ovviamente, a ciò non sfugge lo statuto di Monteverdi, il quale non si sottrae a questi ordini di problemi e nella ripetività delle clausole, nella esasperata puntualizzazione di talune fattispecie, nel continuo ripetersi - quasi a voler lo statutario non voler lasciare sfuggire nulla alle previsioni normative in una 'moderna' ottica esauriente ed esaustiva - pure questo statuto dei primi anni del XIV secolo è in grado di offrire uno spaccato di vita cittadina nei suoi aspetti di ordine pubblico e religioso, politico e istituzionale, economico e amministrativo.
Il presente lavoro si articola in due sezioni seguite da due appendici; la prima sezione è dedicata alla ricostruzione, per sommi capi, delle vicende storiche di Monteverdi. Si è cercato in questa prima trattazione di individuare, senza alcuna pretesa di esaustività ma in una ottica il più possibile ampia, tutti quegli aspetti che meglio contribuiscono a delineare la nascita, l'evoluzione e i caratteri del piccolo comune, soffermando l'attenzione soprattutto al periodo cronologico compreso tra l'XI e la prima metà del XIV secolo, non senza aver prima cercato di ricostruire in una prospettiva storico-istituzionale il periodo anteriore.
La seconda sezione è dedicata alla edizione del Constituto così come dovette probabilmente presentarsi appena uscito dalle mani dello scriba nel 1325.
Le due appendici contengono, rispettivamente, la trascrizione di circa trenta documenti, che si sono resi indispensabili per la ricostruzione delle vicende storiche della piccola comunità rurale e una quindicina di carte o schizzi geografici utili per meglio inquadrare dal punto di vista istituzionale, sia civile che ecclesiastico, il comune oggetto del presente studio.
Numerose sono le persone alle quali va la mia più viva gratitudine per aver reso possibile il conseguimento di questa ambita meta. Senza avere la pretesa di nominarle tutte, devo i miei più sentiti ringraziamenti anzitutto a coloro che mi hanno permesso di portare avanti i miei studi; al Prof. Sznura dell'Ateneo fiorentino, per l'oneroso impegno che si è assunto nel controllare le trascrizioni, al Prof. Montorzi e al Prof. Spicciani, dell'Ateneo pisano, per i preziosi consigli e le acute osservazioni, ma soprattutto per l'amicizia che non hanno mai mancato di dimostrare nei miei confronti ed infine a tutte quelle persone, amici di nuova e di vecchia data, che in questi anni mi sono state vicine e mi hanno accompagnato, con una parola, un gesto, una dimostrazione di stima, nello svolgimento di questa ricerca.

 

 

 
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