DALLE CREPE ENTRA SEMPRE LA LUCE
Marina Lauro
pp. 40 ill. f.to A5 anno 2024 6,00
EAN 9788866152897
Collana Nuovi Autori n. 64 |
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Marina Lauro
Lautrice, Marina Lauro, classe 1988, è originaria
di Napoli, ma cresciuta a Milano. Lavora presso lOspedale
policlinico di Milano nei reparti di degenza. Le sue passioni
da sempre?
Camminare e leggere. Questo è il suo primo libro e puòessere
definito un vero e proprio spaccato di cuore. |
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DALLE CREPE ENTRA SEMPRE LA LUCE |
"Davanti a questo dolore, davanti a questa
sofferenza ci rendiamo conto di quanto
l'assistenza sia importante, di quanto sia importante laccogliere,
e soprattutto di quanto
questa pandemia ci abbia portato via: un po della nostra
umanità. Perché morire così, o
lasciare che un nostro caro muoia così, è davvero
straziante. Ho abbracciato forte il
paziente, gli ho detto che non era giusto, ma che il vero segreto
per sconfiggere questa
guerra è guardare un passo avanti, stringere il cuore,
e sapere che riconquisteremo tutto
quello che ci ha tolto. Tutto. Prendere atto di questo bisogno
di comunicare e di non sentirsi
soli, un bisogno che è insito in ognuno di noi, mi ha
permesso di lavorare in quei reparti
Covid con una consapevolezza diversa."
DALLA PREFAZIONE DI:
Lino Grossano
Avete presente quando siete nel dormiveglia, la mattina presto,
e dalla tapparella ancora chiusa filtra una lama di luce? Per
me Marina è così. È svegliarsi da un lungo
sonno cominciando a intravedere
il mondo che si muove e si illumina, è sapere che quella
luce è solo l'inizio di ciò che la giornata promette.
Comunque, svegliarsi al mattino può essere un piccolo
trauma, soprattutto per le persone pigre come me. Sarebbe bello
sapersi alzare pieni di energie e pronti ad affrontare tutto
ciò che la vita ci offre, ma
le coperte sono calde, fuori fa sicuramente freddo, e tutta quella
luce ferisce gli occhi. Anche se intravedi la luce, sei sotto
le coperte e hai paura di uscire: il mondo che si vive in ospedale
è così, ed è l'ambiente
in cui Marina si muove. Questo libro scosta delicatamente le
coperte, e ci apre gli occhi che non sapevamo aprire da soli.
Un reparto è un mondo di frontiera. Un mondo dove le persone
vengono assistite perché hanno un problema di salute,
e poi dimesse. Ma è una 'bolla' separata dalla vita che
c'è fuori: il tempo, nel letto d'ospedale,
rimane sospeso. Le parole assumono pesi differenti, persino gli
sguardi cambiano di significato. In ospedale siamo fragili, molto
fragili, sia quando siamo pazienti, sia quando siamo operatori
sanitari.
E a volte siamo entrambe le cose contemporaneamente.
Persone come Marina sanno trasformare la fragilità in
un punto di forza. Chi l'ha conosciuta di persona lo sa bene:
a lei non basta assistere, ti accompagna. Non le basta spiegare,
ti consola e ti conforta. Non le basta salutare, ti lascia un
segno che poi non scordi più. Quando leggo i suoi racconti
mi viene sempre in mente una famosa citazione dal Piccolo Principe
di Antoine de Saint-Exupéry: "l'essenziale è
invisibile
agli occhi". Scava nel profondo dell'animo umano con la
leggerezza di una libellula. Vede una vita che la maggior parte
di noi non vede, o perlomeno non vede con la stessa facilità.
Insomma, guarda di8
rettamente nel cuore delle persone, ma sul serio, e scusate se
è poco.
Dalla sua penna ho imparato che esistono davvero altri punti
di vista, ma soprattutto che esiste un lato umano straordinario
nelle frange più impensate della nostra quotidianità.
È capace di trasformare il dolore
in colore: cambia una sola lettera, ma in mezzo c'è un
arcobaleno di sfumature. Colori di cui non sapevamo nemmeno l'esistenza.
Avete una gemma preziosa tra le mani.
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