PRESENTAZIONE
Dallintercultura alle culture contemporanee
I parametri dellintercultura stanno cambiando. Molte
ricette interculturali, predicando una politica delle differenze,
riproducendo in realtà una politica delle appartenenze.
È il noi e loro, chi accoglie, assimila e tollera e chi
decide i criteri in base ai quali accogliere, assimilare e tollerare.
Nelle democrazie occidentali il problema del riconoscimento e
linclusione di gruppi, etnie, culture altre, rispetto al
nucleo originario, ripetano i paradossi delluniversalismo,
anchesso entrato in crisi.
Si riproduce, da un punto di vista dei processi culturali, relazionali
e politici la logica binaria del dentro/fuori, inclusione/esclusione,
su cui lo stato moderno, anchesso in crisi, si è
formato.
Le culture altrui non sono un bagaglio precostituito che gli
altri si portano appresso.
Il mondo non è fatto di culture compatte che si confrontano
e si scontrano, ma di soggetti meticciati ed ibridi, di identità
differenziali e in cambiamento, di culture contaminate luna
dallaltra che si alimentano di comunicazioni non visibili,
trasparenti.
Le moderne tecnologie della comunicazione, del resto in continua
evoluzione, pervasive, ramificate accelerano i processi di relazione
culturale sul terreno dello scambio e dello svuotamento delle
culture antiche.
Uniformano linguaggi, comportamenti, codici interpretativi della
vita e degli immaginari, creando frequentemente processi di dissociazione
e di riconoscimento del sé dalle proprie radici.
Processi che non fermano, ma accelerano i flussi migratori, alzano
il livello di consapevolezza individuale e collettiva, le aspettative,
le prospettive di possibilità, sempre meno
come miraggio di terre promesse o sognate e sempre
di più come diritto alla mobilità.
Del resto solennemente affermato dallart 13 della Carta
dei Diritti Universali dellUomo.
Le linee rette della discendenza segnano solo
i margini ancestrali delle culture migranti.
Le linee curve sono imprevedibili, affermano le possibilità,
sono la mossa del cavallo nel gioco degli scacchi.
Nella storia dellumanità ci sono processi inevitabili
e inarrestabili.
Le grandi migrazioni hanno fatto la storia.
Nella contaminazione culturale i conquistati si sono
emancipati e con lo spirito di chi chiede il conto alla storia
si mettono in cammino, affrontano le onde, cancellano i confini
delle geometrie economiche, degli interessi geo-politici, delle
presunte civiltà superiori.
Chi si apre non solo avrà futuro, ma possibilità
di futuro.
Chi accoglie imparerà a confrontarsi con se stesso.
Chi si rapporta agli altri a prescindere sarà
capace di distinguere, valutare, scegliere e anche giudicare.
La concezione interculturale delle relazioni è paternalistica.
La cultura contemporanea è meticcia, è mescolanza
di linguaggi, vissuti, aspettative e pratiche.
La cultura contemporanea è larte della vita che
si fa radici, che si intreccia in terreni fertili e sempre più
profondi che si incuneano sotto le fondamenta delle vecchie immagini
della vita, degli stereotipi di mondi ormai in declino.
Come tutte le grandi narrazioni ciò che è stato
scoperto, ha prodotto processi di messa in discussione, antidoti
alla presunzione della fine della storia.
Non esiste la civiltà, ma approcci successivi,
verso
o contro
Chi si chiude è destinato ad implodere, non tanto per
le pressioni esterne, ma per le sue contraddizioni interne.
In questo senso 3destini, il fumetto senza dialoghi,
racconta la verosimile storia delle tante storie, fatte di diverse
sensibilità, approcci, vissuti, soggettività con
cui trecento giovani studenti delle scuole medie superiori di
Piombino, pubbliche e private, si sono confrontati.
Pratiche di senso e di possibilità da recuperare, aperti
alle differenze e alle diversità, non come moda, ma come
prassi che orienta il pensiero ed i comportamenti.
Sono cambiati i parametri e va spostato lapproccio, lasse
degli interventi abbandonando sia il buonismo interculturale
che il razzismo sottoculturale, per affermare il riconoscimento
multiculturale e le relazioni, per confrontarsi apertamente su
ciò che fa cultura contemporanea.
Un passaggio decisivo è debellare la cultura di violenza
che sotto varie forme e luoghi si annida nella nostra quotidianità.
Partendo da abbattere le radici ancestrali della paura del diverso,
dellimmigrato che a differenza del passato, non è
più destinato ne desideroso ad essere assimilato nella
cultura di chi accoglie.
È con lo scambio tra culture, generazioni e generi che
si può vincere la paura dellaltro e la salutare
messa in discussione della propria identità.
Guardare avanti sopra i muri, oltre gli orizzonti per intravedere
i segni dei tempi nella drammaticità dello sconosciuto
da sé, con la gioia della scoperta dellinedito di
sé che solo la relazione con laltro può suscitare
e sollecitare amore.
Eraldo Ridi
Centro interculturale Samarcanda Piombino Val di Cornia |