La Pagina di: Bruna Coscini |
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9788866150435
Bruna Coscini, I COLORI DEI PENSIERI, p. 72, A5
7,00 collana POESIA N. 29, 2012 |
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Eravamo nel 2001. Bisogna quindi srotolare di molto la pellicola
che fotografa il tempo che passa, per risalire a quando conobbi
Bruna, una signora ancora bella, con gli occhi azzurri e vivi.
Io avevo preso servizio, come educatrice, da poco nella struttura
residenziale assistita, gestita dalle Cooperative sociali, con
la Di Vittorio capofila. Bruna, quasi due anni
prima, aveva preso la decisione difficile ma, a suo avviso, giusta
e necessaria di vivervi lultimo periodo della sua vita.
Stabilimmo, subito, un rapporto profondo, perché mi apparve,
dal primo incontro, una persona speciale; molto intelligente
e sensibile.
Un giorno andai a trovarla nella sua camera, come spesso mi capita
di fare con gli ospiti, per conoscerli meglio, anche al di fuori
delle attività che svolgiamo nel salone polivalente. Mi
disse di prendere un oggetto, nel cassetto del suo comodino;
nel farlo notai un quaderno con delle scritte di suo pugno. Incuriosita
le chiesi cosa vi scrivesse . Mi disse che le piaceva annotare
le emozioni che provava e che potevo leggerlo. Cera scritto:
Dimentica la piaga che oggi ti ha generato pena. Domani
refrigerio troverai nellalba quando si incendia di sole.
Mi emozionò quella che io chiamai, subito, poesia e che
ancora oggi a distanza di tempo ricordo a memoria.
Parlando venne fuori che di questi scritti, chiusi gelosamente
in quel cassetto, ce nerano tanti altri. Si trattava di
emozioni catturate, poeticamente descritte e conservate, con
cura, come si conservano i propri gioielli o le cose più
care, in un sicuro scrigno. La incoraggiai a scriverne ancora;
erano troppo belle quelle parole messe insieme da poter essere
paragonate a liriche. Troppo belle per rimanere chiuse in un
cassetto. La convinsi a rimuovere la sua ritrosia ad esporsi;
a condividere, con altri, quelle intense emozioni. Ne parlai
anche con Ado Grilli, volontario dellARCI che, fin da allora,
curava libri nati nel mondo della solidarietà e alla solidarietà
finalizzati. Anche lui condivise le mie sensazioni e si dichiarò
disponibile. Nacque, così, il primo libro I segreti
del sentimento e, con esso, la poetessa Bruna Coscini.
continua.....
dalla prefazione di Grazia Viaggi
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9788889971642 Coscini Bruna, Le mie stagioni. Dall'alba al tramonto,
p. 68 7,00 Bross., Poesia n. 16 2009. |
Bruna Coscini è nata a Volterra il 9 giugno 1920
e si è trasferita a Piombino nel 1926.
Da quasi dieci anni è ospite della RSA di Campiglia M.
ma. E' una grande lettrice ed ha un innato senso della poesia.
Tra i poeti che preferisce: Neruda,Pavese,Pasolini e la Emily
Dickinson. Le sue innumerevoli poesie, ricche di emozioni che
caratterizzano la sua sensibilità sono state raccolte
in quattro libri già editi: "I segreti del sentimento
"; "Liberi voli " e " Il silenzio della solitudine"
Momenti che hanno ottenuto l'apprezzamento di molti
lettori |
Le mie stagioni. Dall'alba al tramonto |
PREFAZIONE
Si intitola Le mie stagioni
la quinta raccolta di poesie di Bruna Coscini. Come il susseguirsi
ed il mutare delle stagioni, si susseguono e mutano le emozioni,
le delusioni, i dolori, le gioie, le speranze, della vita, che
Bruna cattura e fissa, con grande bravura, nelle innumerevoli
pagine dei suoi quaderni. Nella sua scrittura la poesia è
pulsazione, naturale ritmo interiore trasferito alla pagina.
Il libro avrebbe potuto chiamarsi anche Dallalba
al tramonto altro titolo che Bruna aveva suggerito
e che utilizzeremo, come sottotitolo.«Il tempo passa e
la clessidra filtra i minuti, le ore, i giorni» scrive,
infatti, in una breve ma intensa poesia «Dobbiamo riflettere
il momento magico per afferrare che la vita è un miracolo».
Ed ancora: «Non resta che la speranza che allalba
pervade per iniziare il giorno; la speranza che poi viene ferita
e la sera è quasi moribonda. Poi, con lalba, rinasce
e speri ancora
Così sarà sino al tramonto
del tempo». Sta in questi versi il senso della nuova raccolta
che contiene solo una piccola parte delle innumerevoli poesie,
trascritte, con precisione, in quello che chiama il suo quadernetto
e che, con Grazia Viaggi educatrice della struttura, abbiamo
avuto difficoltà a selezionare.
Se ci poniamo in ascolto dei versi, ecco che lapparente
ingenuità appare molto spesso saggezza, capacità
di giungere al cuore pulsante dal quale si dipartono
lintensità delle emozioni, il transito dello sguardo
sul fugace viaggio terrestre, con il ritorno circolare di ciò
che da sempre ne connota le tappe: le impressioni e le riflessioni
sul vissuto; i volti, le emozioni, i ricordi smorzati dalletà.
Ogni orpello intellettualistico è lontano dallo sguardo
sereno e alto di Bruna.
Ha ragione Leonello Rabatti quando commentando, in un
suo scritto, il quarto libro di Bruna, Il silenzio della
solitudine , del quale la nuova raccolta rappresenta la
coerente continuità afferma che nella poesia di
Bruna Coscini vi è una naturale capacità di condensare,
con estrema nitidezza, il dettato interiore, il moto spontaneo
della sua profonda e limpida sensibilità. Allapparenza
aggiunge, con unaffermazione che si attesta, in
pieno, anche alla presente raccolta la semplicità
dellespressione, non lasciando permanere alcun residuo
interpretativo al lettore, potrebbe essere percepito come
un limite della qualità letteraria. In realtà,
ad un lettore attento e non superficiale, questa semplicità
appare legata alla purezza e trasparenza dellespressione,
per la quale il dire, intimamente fuso nella ricchezza
umana della persona, affiora e sgorga spontaneamente nelle cristalline
geometrie delle parole.
Sorprende la capacità di Bruna di cogliere lattualità,
di esaminare
i fatti che si svolgono allesterno della struttura dove,
da anni, trascorre la sua vita. La colpiscono le sofferenze dei
disperati che clandestini cercano di raggiungere una terra che
dia loro un futuro e che, invece, vengono ricacciati o fatti
miseramente morire. Ma ricorrente, nelle sue poesie, è
lamarezza per il degrado politico e sociale del paese che
commenta con grande lucidità anche nei colloqui che abbiamo
quando vado a trovarla. E trasforma le amarezze in liriche che
sembrano liberarla dalle sofferenze che, lindifferenza
ed il degrado, le producono.
Bruna ha una grande fede, nella vita e nella natura umana, che
le genera il rinnovarsi della speranza. Così può
scrivere e concludere in una sua bella poesia: Spicchi
di sole, che è anche il titolo che abbiamo dato
ad un giornalino, realizzato con i ricordi degli ospiti della
struttura: «
Per reagire a tanto,/ ci ha stimolato
a cercare/ nelle pieghe del passato,/ le memorie più liete;/
se pur sfocate dal tempo/ riusciamo a ricomporre/ il mosaico
di antiche storie,/ dove struggenti immagini/ tornano con suoni
e profumi,/ incisi nella mente/ da stupendi ricordi/ di lontananze
estreme,/ dando un senso a chi/ ci segue nel cammino,/ perché
la vita non è solo grigiore/ ma ha pure le stagioni del
sorriso/
».
Tornando al condivisibile commento di Leonello Rabatti, è
possibile affermare che la fede che ritroviamo nelle poesie di
Bruna non scaturisce dalla passiva accettazione di un dogma religioso
ma che è cresciuta nellhumus di unintelligenza
profonda delle cose, di una visione positiva dellessere
nel mondo ed in cui la stessa condizione di quella che lei
in una poesia e in modo spregiativo, per rafforzare le negatività
chiama vecchiezza e la morte sono percepite
come compimento, ricongiunzione alleterno.
Un raro esempio di bellezza spirituale e di libertà.
Ado Grilli (
Arci e Rete Radié Resch ) |
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