Prefazione
Questa storia di Piombino nasce dalla constatazione
della mancanza di una storia completa della città, a carattere
divulgativo, che partisse dalle origini per arrivare ai giorni
nostri. Un nucleo urbano che ha vissuto le vicende principali
della Toscana tirrenica (e non solo) dall'anno 1000 fino ad oggi.
Questa storia, si avvale della vasta bibliografia, spesso dispersa,
di autori che hanno scritto su Piombino e che ringraziamo per
la loro disponibilità e il permesso di attingere alle
loro opere in modo da compilare un grande quadro storico il più
fedele possibile, per tutti i nostri lettori.
Piombino ha origine all'indomani della definitiva decadenza di
Populonia, più volte distrutta prima dai romani, che l'hanno
ricostruita (ma non grande come prima), poi durante le invasioni
barbariche in varie successioni di tempo.
Le prime costruzioni, erano delle capanne intorno alla zona dei
canali di Marina, accanto al famoso Monastero di San Giustiniano
di Falesia, in un luogo non ancora sicuramente localizzato, ad
opera della famiglia della Gherardesca, e infine la Rocchetta.
Pisa, già potenza marinara, quando nacque il borgo di
Piombino si preoccupò di costruire qui un cassero e cercò
di ottenere il possesso della città per ampliare i suoi
commerci.
Da questo momento inizia la storia plurisecolare della città
di Piombino, che divenne poi capitale di un piccolo Stato autonomo
(il Principato di Piombino) e che solo nel 1815 fu annesso al
resto della Toscana e che dalla fine dell'ottocento al novecento
ha compiuto la grande avventura siderurgica e operaia, facendo
di Piombino uno dei più importanti centri industriali
d'Italia.
ANTEFATTI
Dopo che Populonia dovette subire nel 809
d.C. una nuova e definitiva distruzione a causa degli Orobiti
(o Mauri), corsari greci che, insieme ai Saraceni, devastarono
le coste dell'Italia, iniziò la migrazione verso punti
più sicuri della Val di Cornia e delle colline metallifere.
«Già nel VI sec. i vescovi africani Regolo, Giusto
e Clemente, scampati miracolosamente alle persecuzioni dei Vandali,
sbarcati sulla nostra costa, furono costretti a ritirarsi sulle
colline e a rifugiarsi nel fitto della boscaglia del Frassine,
nel Gualdo del Re» in un luogo detto Cornino dove il vescovo
Garipertus spostò la sede dell'allora diocesi di Populonia
a causa delle frequenti incursioni. A riprova di ciò,
già nel 861, si ha notizia che la sede della diocesi si
trova «ad Castrum Corniae» dove era vescovo un tale
Paolo3.
All'epoca dell'ultimo assalto gli abitanti erano circa 670 e
non più di 40 riuscirono a fuggire. Anche il vicino monastero
di San Quirico posto sulla collina a sud di Populonia venne distrutto.
Nella stessa data gli Orobiti o Mauri, come ci dice l'abate di
Monteverdi in una sua cronaca, attaccarono quel monastero ma
furono sconfitti da soli 40 combattenti (aiutati da un angelo
come dice la leggenda), ma, sicuramente, 480 di questi furono
uccisi e i superstiti fuggirono sulle loro navi.
La vita nella città riprese solo con poche famiglie che
vivevano di pesca e del traffico commerciale, dell'industria
mineraria elbana, delle vicine miniere del Volterrano e del Massetano,
ma molti migrarono nelle zone vicine.
Il monastero venne ricostruito con nuove fortificazioni e una
torre che serviva da fortilizio contro le future incursioni.
Nella zona del porto rimanevano solo le attrezzature indispensabili
all'opera di carico e scarico dei minerali e le barche dei pescatori.
Il porto, oltreché per il trasbordo del minerale, ebbe
la funzione di porto di scambio di merci per le città
dell'interno e, proprio per questa nuova caratteristica, prese
probabilmente il nome di porto Baratoli o porto Baratti6 (nome
che è rimasto sino ad ora) ed era uno dei punti di riferimento
dei mercanti dell'epoca e anche per il futuro Principato di Piombino.
Diversi profughi scelsero di andare in direzione nord-est, dove
era l'antico Porto Traianus dei romani, poi divenuto Porto Faliegi,
ampliato dai romani e usato già dagli etruschi, tramite
canali interni, come rifugio nei giorni di libeccio.
In questo periodo di traversie e difficoltà il territorio
subì l'influenza della Repubblica di Pisa che aveva conquistato
numerosi territori lungo la costa toscana, fondato scali e aperto
fondaci mercantili in tutto il Mediterraneo. La storia di Piombino
diventa la storia di Pisa almeno fino all'inizio del Principato.
Anche i territori dei dintorni compresa l'Elba vivono la stessa
storia e le stesse vicende, ecco perché ci soffermiamo
brevemente sulla storia dell'Elba in quanto è strettamente
legata a Piombino. Molte di tali notizie le rileviamo dal libro
di Giuseppe Ninci, pubblicato agli inizi dell'Ottocento, ma considerato
ancora un punto di riferimento per lo studio della storia dell'Elba.
In questo periodo dall' 806 all' 810, Carlo Magno, che era divenuto
padrone del regno d'Italia, inviò alcune spedizioni per
liberare la Toscana e la Corsica dalle continue scorrerie dei
pirati barbareschi e pure Lodovico il Pio, figlio di Carlo Magno,
continuò nell' 814 e nell' 835, affidando tale impresa
a Bonifazio, nuovo duca di Lucca e Pisa. L'Elba, che in epoca
etrusca e romana era sotto l'influenza di Populonia e Volterra,
dal 755 era passata sotto la Chiesa.
L'Elba fu poi ceduta ai Pisani nel 1005 dalla stessa Chiesa,
per ringraziamento alle battaglie svolte dalla Repubblica di
Pisa contro i Saraceni. Pisa sconfisse i Saraceni e Greci in
Calabria, poi all'Elba9.
Infatti, nel 1003 i Saraceni, comandati da Musetto, si diressero
in gran forze verso la conquista della Sardegna e alla conquista
dell'Elba. Ma quando furono all'Elba dovettero ritirarsi precipitosamente
a causa «del coraggio e della bravura dei pisani».
Nel 1015, Musetto ripeté l'impresa e, radunate nuove forze
e nutrito da un profondo odio verso i pisani, con una grande
flotta assalì l'Elba, prese tutti alla sprovvista e a
nulla valse il coraggio degli Elbani e dei Pisani. Conquistò
l'Elba e si gettò a depredare le spiagge toscane arrivando
fino a conquistare la famosa città etrusca di Luni con
il suo grande porto commerciale. I Pisani reagirono mettendo
in piedi una potente armata, resa ancor più forte dai
soccorsi dei principi italiani e dal Pontefice Benedetto VIII.
Attaccarono di sorpresa la città di Luni, con macchine
da guerra che permisero di creare una breccia nelle mura, per
mezzo della quale entrarono in città e la liberarono.
Rincuorati da questa vittoria, i Pisani si diressero alla riconquista
dell'Elba.
Gli Arabi, saputo della caduta di Luni, dove avevano la maggioranza
della loro forze, si imbarcarono precipitosamente, non senza
però mettere a ferro e fuoco l'isola d'Elba non senza
averla devastata e saccheggiata, tanto che quando i pisani arrivano
a riconquistare l'isola trovarono solo campagne e villaggi deserti,
fortilizi rovinati e gli abitanti nascosti nelle grotte delle
montagne e nel fitto dei boschi. Ci volle del bello e del buono
per convincere gli isolani a tornare ai propri villaggi e alle
proprie terre, tanto la paura era entrata in loro. Solo dopo
varie promesse e l'inizio di lavori di fortificazione dell'isola,
con forti e bastioni, accettarono di tornare. Furono rialzate
le fortezze del Volterraio e di Lucèri, una nuova fortezza
a Marciana Marina, mura per cingere Capoliveri e dei bastioni
presso sant'Ilario e nella parrocchia di San Pietro a Campo.
Inoltre, la Repubblica pensò di ristabilire le industrie
e il commercio e la riapertura delle famose cave di granito che
come dice il Targioni «Ne sono cave grandissime dalle quali
se ne possano avere saldezze smisurate. Fin dal tempo de' Romani
si cavava questa sorta di pietra dall'isola dell'Elba e del Giglio;
e dall'Elba i Pisani fecero venire le colonne di granitella,
che posero in opera nella fabbrica di S. Michele in Borgo»
fondata nel 1018.
La pace riconquistata rese Pisa ancora più forte e nello
stesso tempo più invidiata dalla vicina repubblica di
Genova che la insidiava da tempo con varie concorrenze commerciali
e qualche scaramuccia.
Indice
Prefazione..........................................................................................................................5
1 - Antefatti......................................................................................................................6
2 - Il monastero di S. Giustiniano di Falesia e S. Quirico. Il
comune di Piombino....................9
3 - Piombino e Pisa una storia comune...............................................................................15
4 - Piombino e Pisa, tra diritti e pretese...............................................................................21
5 - Pisa si rafforza. Lotte tra Guelfi e Ghibellini...................................................................24
6 - Pisa e Piombino tra sciagure e guerre intestine................................................................27
7 - Pisa ghibellina. I guelfi si ritirano a Piombino..................................................................30
8 - La guerra continua. Guido da Montefeltro capitano di Pisa...............................................31
9 - Pisa perde i suoi possessi. I Raspanti e i Bergolini...........................................................33
10 - Piombino, la cacciata dei Raspanti e la visita del Papa......................................................38
11 Gli Appiani..................................................................................................................41
12 Gherardo Appiani a Piombino.......................................................................................46
13 Le attività commerciali a Piombino................................................................................51
14 Donna Paola Colonna e Jacopo II.................................................................................57
15 Jacopo II e l'amicizia tra Firenze, Milano e Genova.........................................................59
16 Jacopo e Baldaccio d'Anghiari.......................................................................................63
17 La morte di Jacopo II, Donna Paola e Rinaldo Orsini......................................................69
18 La vita religiosa e le confraternite..................................................................................72
19 Rinaldo Orsini, I Tunisini e i Napoletani.........................................................................75
20 L'assedio di Piombino del 1448.....................................................................................79
21 La morte di Rinaldo Orsini e Caterina Appiani...............................................................98
22 - Emanuele Appiani nuovo Signore di Piombino................................................................101
23 - Jacopo III succede ad Emanuele Appiani........................................................................106
24 Il Rinascimento a Piombino..........................................................................................110
25 Jacopo III tra la peste ed i corsari..................................................................................118
26 Jacopo IV. Piombino più bella e prosperosa...................................................................122
27 Jacopo IV capitano della Repubblica Fiorentina e Carlo
VIII...........................................128
28 Piombino tra eresie e papi guerrieri................................................................................131
29 I Borgia a Piombino.....................................................................................................135
30 - Jacopo IV e Leonardo da Vinci a Piombino....................................................................139
31- Jacopo V e Rosso Fiorentino a Piombino........................................................................145
32 Investitura del Principato di Piombino............................................................................152
33 - Jacopo V Signore delle arti e dell'industria siderurgica......................................................155
34 - Corsari e pirati. I Turchi, Sinan il figlio del Giudeo.......................................................160
35 - Donna Elena, Jacopo VI, pretese di Cosimo I. Piombino, sotto
il ducato di Toscana...........165
36 - Gli Spagnoli tentano di occupare Piombino, Cosimo I ne rimane
padrone..........................173
37 - Guerra franco spagnola. Cosimo I difende Piombino. I ribelli
fiorentini..............................175
38 - Torna la pace nel Principato, arrivo dei Turchi. Lo Stato
dei Presìdi.................................179
39 - Jacopo VI riprende il Principato. Rivolta del popolo per
le tasse. Uccisione col. Cima........188
40 - Cosimo diviene Granduca. Jacopo VI nomina Alessandro suo
successore..........................191
41 - Vari fatti e opere di Jacopo VI, Belvedere, S. Francesco,
ospedale SS, Trinità..................194
42 - La legislazione e lo Statuto Piombinese...........................................................................201
43 - Alessandro in Piombino, nozze con Isabella, borse di studio,
maestri laici sostituiti.............204
44 - Morte di Jacopo VI. Congiura e morte di Alessandro. Uccisione
congiurati. Carestia.......... 207
45 - Donna Isabella. Jacopo VII, Carlo d'Aragona
Appiani nominato principe di Piombino.........215
46 - Don Carlo d'Aragona Appiani signore per un mese..........................................................219
47 Il domino spagnolo. Il monastero di S. Anastasia. Rivolta
di Suvereto e Scarlino...............225
48 - Il Principato tra rivendicazioni e lotte di successione.
Don Belisario principe.......................230
49 - La peste in Piombino. Fine dominio Appiani. Il miracolo
della processione........................234
50 - I Ludovisi. Morte di Polissena. I Francesi e Spagnoli si
contendono Piombino...................237
51 - G. B. Ludovisi. Lo Stato Piombinese affittato. Getilde Faresia.
Ippolita Ludovisi................243
52 - Ippolita e Don Gregorio Boncompagni. Gli austriaci. Impoverimento
della città..................248
53 - I Boncompagni Ludovisi. Nuove industrie e commerci. Il censimento...............................255
54 - Piombino dal 1972 al 1799. Lo stato fisico, morale e politico
del Principato.......................260
55 - La Rivoluzione Francese. Arrivano i francesi, la resistenza
degli elbani.............................266
56 - G. Desideri decide la riunione di Piombino alla Francia.
Arriva Elisa..................................271
57 - Piombino sotto il granduca Ferdinando III.......................................................................285
58 - Il Teatro dei Ravvivati...................................................................................................288
59 - La ferrovia Leopolda, il telegrafo, il terremoto del 1846,
le alluvioni, il plebiscito................289
60 - Piombino, Italia. I commerci e le prime industrie siderurgiche...........................................296
61 - Socialisti e anarchici. Scioperi e rivendicazioni a Piombino
e in Italia................................300
62 - La questione operaia a Piombino...................................................................................306
63 - Ritornano i francescani. La città si espande i socialisti
al potere.........................................311
64 - Tra investimenti, banchieri, anarchici e scioperi. Si fanno
vivi i cattolici.............................317
65 - Sviluppo della classe operaia, tra lotte e coscienza identità................................................326
66 - Scoppia la prima guerra mondiale. Le conseguenze della guerra........................................332
67 - Padre Giustino Senni....................................................................................................336
68 - Aumenta la produzione, la miseria, e le proteste degli operi,
finisce la guerra.....................339
69 - Il difficile dopoguerra, moti e rivolte contro il carovita......................................................343
70 - Le elezioni del 1919. Le rivolte anarchiche e gli scioperi...................................................349
71 - Dopo il biennio rosso arriva il fascismo...........................................................................355
72 - Il Fascismo al potere.....................................................................................................363
73 - Il Fascio tra crisi, violenze e nascita della contestazione....................................................369
74 - La vita quotidiana sotto il fascismo.................................................................................374
75 - La crisi del 1929 e i suoi strascichi. Gli anni del consenso.................................................379
76 - Restauri, recuperi nuove opere sacre e profane................................................................385
77 - La cultura e l'associazionismo dagli anni '20 ai '40...........................................................389
78 - Scene di vita quotidiana anni '30 e '40 . Don Ivo Micheletti..............................................398
79 - La lotta contro il Fascismo.............................................................................................401
80 - L'impero, il razzismo e la Shoah. La seconda guerra mondiale,
antifascismo......................404
81- La caduta del fascismo e la Battaglia di Piombino. Nasce
la Resistenza...............................413
82 - Il dopoguerra, fino agli anni '50......................................................................................429
83 - Gli anni '50 e '60. L'episodio Dayton i primi licenziamenti.
Dalla crisi al miracolo...............436
84 - Piombino agli albori dello sviluppo turistico.....................................................................441
85 - Dagli anni '60 ai '70......................................................................................................445
86- Il Sessantotto a Piombino...............................................................................................449
87- Dagli anni '70 al 2014....................................................................................................456
88- La crisi irreversibile (?) della siderurgia piombinese...........................................................475
Indice Analitico...................................................................................................................481
Bibliografia.........................................................................................................................495
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