LETTERE 1991-1998 , sec dic verbo et sanabor |
Giorgio Scapigliati Serafini |
Pagg. anno 2007 7,00 |
ISBN 978-88-902220-7-8 |
Collana Echinos prosa |
|
|
Tuttaltro che semplici biglietti personali; cè
sempre limpostazione
di un problema, mai trattato da un punto di vista aridamente
filosofico.
Un indagare più addentro le ragioni della vita, un approfondirsi
nei campi dellumanità e della saggezza, un rivelarsi
attraverso un
esame di coscienza condotto in amabili conversari con gli amici,
che
prendono spesso i toni di intimi colloqui con sé stesso,
soffusi talvolta
da un riso democriteo. Non evidenti ma significative le tracce
delle Epistulae di Orazio e di Seneca in particolare; non cè
tuttavia
niente di scolastico. Diversi sono i destinatari ma sempre e
tutte persone
amiche per cui il colloquio viene trasportato su un piano confidenziale
della massima sincerità, senza scendere mai nel discorsivo.
Il livello si mantiene costantemente elevato anche per una forma
espositiva articolata e minuziosa mai pedante. Spontanea
e calzante
lanalogia con lattività esercitata dallAutore,
esperto anatomista e
chirurgo, che procede in letteratura con la stessa attenzione
e intensità
di concentrazione con la quale tiene in mano il bisturi. E del
dottore,
ma in un atteggiamento che è proprio anche del filologo,
non
perde lattaccamento alla realtà e alla concretezza.
Forse insieme alle
analogie giova cogliere le differenze. Giorgio supera sé
stesso, dando
un senso letterario e umano preciso a queste lettere, non come
ricostruttore,
modificatore o riparatore, ma come costruttore di
pensiero.
Non cè però nessun punto di arrivo finale,
nessuna certezza
definitiva; quello che si è raggiunto, talvolta faticosamente,
costituisce
la base di lancio per nuove mete, in un incessante divenire,
dove
comunque manca ogni frenesia, con un senso anzi non comune dellequilibrio
e della moderazione. Gli argomenti sono intrecciati con
letture, ricordi, esperienze e riflessioni personali; studio
e vita, sentimento
e ricerca elevano queste lettere a una sfera superiore. Non vi
si agita nessuna questione di sistema. Sulla scia di fatiche
precedenti,
si raccoglie ciò che è vitale, lo si disciplina,
lo si organizza, lo si filtra
e lo si presenta come il frutto di un ripiegamento personale.
I risvolti
che vi sono sottintesi travalicano non di poco ogni ansia e ogni
anelito individuale.
Fabrizio Pinzuti |