SEMI DI PIETRA |
Giorgio Scapigliati Serafini |
Pagg. anno 2007 7,00 |
ISBN 978-88-902220-4-7 |
Collana Echinos Epistolari |
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Lirico di marcata tensione espressiva
nonché sperimentale, Scapigliati
Serafini sa essere artefice di inesauste osservazioni a carattere
filologico-linguistico improntate a una entusiastica libertà
prosodica
che pare aggredire il lettore, frantumando il discorso in una
serie sobria
di coinvolgenti interiezioni liriche. A mio modo di vedere, tale
singolare intreccio poetico svela una forza evocativa che conferisce
a
ogni vocabolo un fiero corpus di elevatissimo vigore intonativo,
da
cui scaturisce un intimo potente messaggio che si potenzia fino
a
suggerire saldi archetipi universali che risiedono nellinquieto
cuore
delluomo. Il tenue e sapiente registro comunicativo di
Scapigliati Serafini,
vero arbiter elegantiarium, costruisce una immediata conseguenza
dordine elocutivo, nel senso che il valore intrinseco delle
pause e degli appunti di tono predispone i Suoi intensi esercizi
artistici
alla declamazione, palesandone così una embrionale e furtiva
anima teatrale; la progressiva scansione degli espedienti stilistici
imprime
allenunciato un fortificante effetto di ascesa o di caduta
che
rinnova e purifica continuamente. Lessenziale illuminazione
lirica riscopre
lassoluto quasi religioso della parola vergine, originaria,
nuda.
Va altresì testimoniato che i pregnanti caratteri formali
e le solide
magmaticità di sostanza qui sfiorate poggiano in gran
parte su
una dinamica e primordiale esperienza personale di cui lopera
complessiva
è il traslato referto. Nella presente raccolta le molte
vicende
soggettive sfuggono, comunque, a una assorta, convenzionale biografia
privata per annullarsi e successivamente piuttosto sublimarsi
in una fioca ma necessaria maschera della morte. Un aldilà
percepito
però come ultima barriera di una situazione storica ed
esistenziale
che puntigliosamente si sforza di trarre sorgenti esempi dal
quotidiano
e fremente diario della vita un Poeta che assorbe il ruolo
di
aristocratico attore drammatico che recita una tragedia penetrante,
lucida, angosciante. Come se, sullo scenario, si avvertisse un
tiepido
zefiro, melodioso, tonico, ma anche dolorosamente soffocante.
Andrea Baldocchi |