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Gruppo EAMA
ATTRAVERSO GLI OCCHI DI BIANCANEVE

pp. 132 anno 2021 € 13,00 ill B/N
EAN 9788866152279
Collana Saggi & Studi n. 38
 Cosa si fa nella Firenze del 1348 devastata dalla peste?  Boccaccio, nel suo Decameron, offre ad un piccolo gruppo di persone la possibilità di sfuggire al contagio. Lo riunisce in campagna dove il tempo viene scandito dalla narrazione di novelle…Aldo, Anna, Erica e Mariarosa, rispettivamente un veterinario, un’assicuratrice, una pedagogista ed una dottoressa, vi-vono un’esperienza simile durante il lockdown del 2020…Ne derivano riflessioni a 360° sul mondo della fiaba ed in particolare su Bian-caneve. La ricerca del buono, del bello e del vero, anche in una quotidianità sacrificata come quella della pandemia, consente agli autori, al di là dei diversi ambiti formativi e professionali, di con-dividere uno sfondo integratore di ispirazine antroposofica che, co-me una nota di pedale, resta sotteso a tutta quanta l’esposizione. Cosa hanno visto Aldo, Anna, Erica e Mariarosa attraverso gli occhi di Biancaneve?  Non resta che leggere per scoprirlo…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Attraverso gli occhi di Biancaneve

avvertenza

 

“La verità ama celarsi” diceva Eraclito, invece, per correttezza, ci corre l’obbligo di dichiarare pubblicamente qualcosa di imbarazzante… di fare,ampliando l’accezione di un comune modo di dire, il nostro “coming out”…
Sapevamo in anticipo che immergersi nel mondo della fiaba equivale ad attingere ad una forza magica che scaturisce direttamente dalle sorgenti dell’esistenza. Per questo motivo commentarne ed analizzarne il contenuto non può che snaturarle, che svilirle, costringendole in un ruolo privo di quella sacralità con la quale nacquero nella notte dei tempi.
Eppure l’abbiamo fatto…
E perché l’abbiamo fatto?
Perché si può sbagliare pur sapendo di farlo, perché c’è un lato formativo dell’errore: quello che consente di crescere…
Le riflessioni che andiamo a presentare non vogliono pertanto essere una chiave di lettura alternativa a quelle di eminenti psicologi, psichiatri, linguisti, storici e cineasti che hanno invaso con forza di giudizio la poesia delle fiabe. Vogliono piuttosto essere l’invito a riconoscere, nelle vicende fiabesche, quei conflitti, quei percorsi biografici, quei fatti umani che, al di là delle peculiarità individuali, tutti siamo chiamati ad attraversare poiché connettono l’essere umano al cosmo. Le fiabe illustrano come macrocosmo e microcosmo siano connessi, siano parte di un’unica realtà che vive in un rapporto di reciprocità. Solo ravvisando tale “comunione” si giunge alla consapevolezza che le fiabe, pur con immagini poetiche, narrano la profondità del vero.
Ciò che andiamo ad esporre si presenta dunque come l’esortazione a
diventare, e soprattutto a crescere, uomini capaci di trascendere il vigente sistema meccanicista che volentieri riduce ogni cosa a numero, peso e misura, uomini capaci di andare oltre il pregiudizio e la convenzione, uomini portatori di un “libero pensare”.
Proprio per non perseverare nell’errore, scelta diabolica, ci siamo limitati ad evidenziare la sapienza delle fiabe attraverso una sola rappresentante:
Biancaneve
racconto tra i più noti e proprio per questo tra i più violati. Le riflessioni proposte appartengono sia ai singoli componenti del gruppo, sia al gruppo nella sua totalità. Nello stesso tempo però esse li trascendono, poiché scaturiscono da un più ampio pensare, derivante, ovviamente nei
singoli membri e nel gruppo in toto, dal partecipare alla cultura dell’ambito formativo scelto come privilegiato, anche se non esclusivo, che si rispecchia nell’antroposofia di Rudolf Steiner.
Quando parliamo di fiabe facciamo riferimento alle versioni originali raccolte dai fratelli Grimm e oggi comprese nel Registro dell’UNESCO “Memory of the World” che tutela i documenti culturali.
Versioni originali?
Fino ad un certo punto… Già i Grimm, dovendo editare i racconti in forma scritta, tradirono l’oralità, tradimento che si è inevitabilmente perpetrato nelle successive pubblicazioni nelle diverse lingue.
A noi queste opere giungono nello stile, nel tono, nel lessico e nella sintassi della lingua italiana. Ma, fatte salve tutte le possibili variabili del ductus lessicale, vale la pena di fidarsi della fiaba stessa per superare il capire e giungere al comprendere.
Di fatto abbiamo consultato la traduzione di Clara Bovero del 1951 nel volume “ Fiabe del focolare” edito da Mondolibri su licenza di Giulio Einaudi.
Per favorire il lettore nel comparare una delle tante versioni del testo tedesco, e non sembrandoci indispensabile ai nostri fini il ricorso a fonti filologiche, ci siamo basati sulla versione proposta on line dal sito dei Grimm, di cui conosciamo i limiti ma forniamo il link.

Per chi non ha il qr code vada all'indirizzo:
https://www.grimmstories.com/language.php?grimm=053&l=it&r=de
Ancora una nota: poiché il contenuto delle fiabe ci viene porto con un linguaggio archetipico fatto di figure simboliche ecco che è stato necessario procedere per analogie e non per logica. Tale scelta ci ha permesso di superare, anche se non senza difficoltà, le apparenti incongruenze narrative con le quali le fiabe ci mettono alla prova. Ma la missione dei simboli, diversamente dai concetti, è proprio quella di illustrare una verità nella sua poliedricità. Di fronte ad un’unica sequenza, si è spesso aperto, davanti alla nostra coscienza, più di un sentiero… Ci è parso pertanto rispettoso aggiungere, in coda, dei percorsi collaterali, ma non per questo secondari, che, se inclusi nella trattazione generale, avrebbero rischiato di interrompere il filo rosso delle considerazioni.
Si è affermato in apertura che immergersi con spregiudicatezza nell’atmosfera della fiaba al punto da compenetrarne le immagini possa costituire un’opportunità di crescita. Questa opportunità vogliamo condividere.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 

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