avvertenza
La verità ama celarsi diceva Eraclito,
invece, per correttezza, ci corre lobbligo di dichiarare
pubblicamente qualcosa di imbarazzante
di fare,ampliando
laccezione di un comune modo di dire, il nostro coming
out
Sapevamo in anticipo che immergersi nel mondo della fiaba equivale
ad attingere ad una forza magica che scaturisce direttamente
dalle sorgenti dellesistenza. Per questo motivo commentarne
ed analizzarne il contenuto non può che snaturarle, che
svilirle, costringendole in un ruolo privo di quella sacralità
con la quale nacquero nella notte dei tempi.
Eppure labbiamo fatto
E perché labbiamo fatto?
Perché si può sbagliare pur sapendo di farlo, perché
cè un lato formativo dellerrore: quello che
consente di crescere
Le riflessioni che andiamo a presentare non vogliono pertanto
essere una chiave di lettura alternativa a quelle di eminenti
psicologi, psichiatri, linguisti, storici e cineasti che hanno
invaso con forza di giudizio la poesia delle fiabe. Vogliono
piuttosto essere linvito a riconoscere, nelle vicende fiabesche,
quei conflitti, quei percorsi biografici, quei fatti umani che,
al di là delle peculiarità individuali, tutti siamo
chiamati ad attraversare poiché connettono lessere
umano al cosmo. Le fiabe illustrano come macrocosmo e microcosmo
siano connessi, siano parte di ununica realtà che
vive in un rapporto di reciprocità. Solo ravvisando tale
comunione si giunge alla consapevolezza che le fiabe,
pur con immagini poetiche, narrano la profondità del vero.
Ciò che andiamo ad esporre si presenta dunque come lesortazione
a
diventare, e soprattutto a crescere, uomini capaci di trascendere
il vigente sistema meccanicista che volentieri riduce ogni cosa
a numero, peso e misura, uomini capaci di andare oltre il pregiudizio
e la convenzione, uomini portatori di un libero pensare.
Proprio per non perseverare nellerrore, scelta diabolica,
ci siamo limitati ad evidenziare la sapienza delle fiabe attraverso
una sola rappresentante:
Biancaneve
racconto tra i più noti e proprio per questo tra i più
violati. Le riflessioni proposte appartengono sia ai singoli
componenti del gruppo, sia al gruppo nella sua totalità.
Nello stesso tempo però esse li trascendono, poiché
scaturiscono da un più ampio pensare, derivante, ovviamente
nei
singoli membri e nel gruppo in toto, dal partecipare alla cultura
dellambito formativo scelto come privilegiato, anche se
non esclusivo, che si rispecchia nellantroposofia di Rudolf
Steiner.
Quando parliamo di fiabe facciamo riferimento alle versioni originali
raccolte dai fratelli Grimm e oggi comprese nel Registro dellUNESCO
Memory of the World che tutela i documenti culturali.
Versioni originali?
Fino ad un certo punto
Già i Grimm, dovendo editare
i racconti in forma scritta, tradirono loralità,
tradimento che si è inevitabilmente perpetrato nelle successive
pubblicazioni nelle diverse lingue.
A noi queste opere giungono nello stile, nel tono, nel lessico
e nella sintassi della lingua italiana. Ma, fatte salve tutte
le possibili variabili del ductus lessicale, vale la pena di
fidarsi della fiaba stessa per superare il capire e giungere
al comprendere.
Di fatto abbiamo consultato la traduzione di Clara Bovero del
1951 nel volume Fiabe del focolare edito da Mondolibri
su licenza di Giulio Einaudi.
Per favorire il lettore nel comparare una delle tante versioni
del testo tedesco, e non sembrandoci indispensabile ai nostri
fini il ricorso a fonti filologiche, ci siamo basati sulla versione
proposta on line dal sito dei Grimm, di cui conosciamo i limiti
ma forniamo il link.
Per chi non ha il qr code vada all'indirizzo:
https://www.grimmstories.com/language.php?grimm=053&l=it&r=de
Ancora una nota: poiché il contenuto delle fiabe ci viene
porto con un linguaggio archetipico fatto di figure simboliche
ecco che è stato necessario procedere per analogie e non
per logica. Tale scelta ci ha permesso di superare, anche se
non senza difficoltà, le apparenti incongruenze narrative
con le quali le fiabe ci mettono alla prova. Ma la missione dei
simboli, diversamente dai concetti, è proprio quella di
illustrare una verità nella sua poliedricità. Di
fronte ad ununica sequenza, si è spesso aperto,
davanti alla nostra coscienza, più di un sentiero
Ci è parso pertanto rispettoso aggiungere, in coda, dei
percorsi collaterali, ma non per questo secondari, che, se inclusi
nella trattazione generale, avrebbero rischiato di interrompere
il filo rosso delle considerazioni.
Si è affermato in apertura che immergersi con spregiudicatezza
nellatmosfera della fiaba al punto da compenetrarne le
immagini possa costituire unopportunità di crescita.
Questa opportunità vogliamo condividere. |