Però in un giornalino bello come questo, bisognerebbe
metterci dei pensieri, delle riflessioni...
Mi viene un'idea! Se ricopiassi qui un po' del giornalino di
Ada che giusto è fuori insieme alla
mamma a far delle visite?
.
Ecco qui: sono andato su in camera di Ada, ho aperto la cassetta
della sua scrivania, le ho preso il
suo giornale di memorie, e ora posso copiare in pace.
Oh, se quel vecchiaccio del Capitani non tornasse più!
ed invece, è venuto anche stasera. È
impossibile! non mi piace! Non mi piace, e non mi piacerà
mai, mai... La mamma ha detto che è
molto ricco; e che se mi chiedesse in moglie, dovrei sposarlo.
Non è una crudeltà, questa? Povero
cuore mio! Perché ti mettono a tali torture?! Egli ha
certe mani grandi e rosse, e col babbo non sa
parlare d'altro che di vino e di olio, di campi, di contadini
e di bestie; e se lo avessi veduto, almeno
una volta vestito a modo... Oh, se questa storia finisse! Se
non tornasse più! Mi metterei l'anima in
pace... Iersera, mentre l'accompagnavo all'uscio, ed eravamo
soli nella stanza d'ingresso, voleva
baciarmi la mano; ma io fui pronta a scappare, e rimase con un
palmo di naso... Ah no! Io amo il
mio caro Alberto De Renzis. Che peccato che Alberto non sia altro
che un misero impiegatuccio...
Mi fa continuamente delle scenate, e io non ne posso più!
Che delusione! Che delusione è la vita...
Mi sento proprio infelice!!!...
E ora basta, perché ho empito due pagine.
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Ti riapro prima d'andare a letto, giornalino mio, perché
stasera m'è successo un affare serio.
Verso le otto, come al solito, è venuto il signor Adolfo
Capitani. È un coso vecchio, brutto,
grosso grosso e rosso... Le mie sorelle hanno proprio ragione
di canzonarlo!
Dunque io ero in salotto col mio giornalino in mano, quando ad
un tratto lui mi dice con quella
sua vociaccia di gatto scorticato: - Cosa legge di bello il nostro
Giannino? - Io, naturalmente, gli ho
dato subito il mio libro di memorie, ed egli si è messo
a leggerlo forte, davanti a tutti.
Da principio la mamma e le mie sorelle ridevano come matte. Ma
appena ha incominciato a
leggere il pezzo che ho copiato dal giornalino di Ada, questa
si è messa a urlare e faceva di tutto per
strapparglielo di mano, ma lui duro; ha voluto arrivai fino in
fondo, e poi serio serio mi ha detto:
-Perché hai scritto tutte queste sciocchezze?
Io gli ho risposto che non potevano essere sciocchezze, perché
le aveva scritte nel suo libro di
memorie Ada, che è la mia sorella maggiore, e perciò
ha più giudizio di me e sa quello che dice.
Appena detto questo, il signor Capitani si è alzato serio
serio, ha preso il cappello e se n'è andato
via senza salutare nessuno.
Bella educazione!
E allora la mamma, invece di pigliarsela con lui, se l'è
presa con me, gridando e minacciando, e
quella stupida di Ada si è messa a piangere come una fontana!
Andate a far del bene alle sorelle maggiori!
Basta! Sarà meglio andare a letto. Ma intanto son contento
perché ho potuto empire tre pagine
zeppe del mio caro giornalino!
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