ASPETTO SERENO.... O QUASI...
Era Venerdì sera e, per la prima volta dopo molti anni,
ero da solo. Stavo girando per la mia città, così,
senza una meta, senza sapere dove stessi andando. La mano mi
faceva molto male: le nocche erano un po' sbucciate ma sangue
non ne usciva.
Quanti pensieri mi passavano per la testa, quante scuse cercavo
per allontanare da me la verità. Stava piovendo e le mie
lacrime si mescolavano a quell'acqua che me le rendeva un pochino
più dolci. Da quanto tempo non piangevo? Saranno stati
due anni; no, le ultime lacrime mi erano scese circa un anno
e mezzo prima, quando andai al funerale di Matteo...
Quante cose erano successe da allora. Quella fu anche l'ultima
volta che vedemmo Riccardo, era venuto per il funerale del nostro
amico e da allora non lo avevamo più visto. Alcuni di
noi erano andati l'estate dopo a trovarlo ma io avevo deciso
di passare l'estate a casa: dovevo risparmiare un po' per il
grande salto: andare ad abitare da solo.
Avevamo trovato una casina molto carina. Un appartamento in un
condominio. Era formato da quattro stanze, un ingresso e la cucina.
Già, io, Dario e Jacopo eravamo gli abitanti fissi della
casa ma più che un appartamento era un campo nomade; dato
che si era trasformato in breve tempo in rifugio per disadattati,
i nostri Amici.
Il fatto di abitare da soli ci aiutava molto ad essere più
responsabili ma contemporaneamente, specie i primi tempi, cercavamo
di vivere questa nuova realtà al massimo, dormendo solo
lo stretto necessario e, a volte, dimenticandoci di fare anche
questo.
Non riuscivo a capire il perché, il motivo per cui, per
la seconda volta, Vittorio era entrato nella mia vita sentimentale
senza il minimo ritegno e senza la benché minima remora.
Già, stavo da qualche mese con Manila, una ragazza bellissima;
ultimamente le cose erano andate un po' scemando, da parte sua,
ma ancora nulla era drasticamente finito finché Vittorio
non vide bene di romperle le palle. Certo lui era sempre innamorato
di Gina, bellissima scusa per non crearsi rapporti stabili, ma
per la seconda volta mi aveva reso becco. Non solo, ciò
che più mi dava noia era che continuava a chiedermi come
stavo, dei miei rapporti con lei, mi dava consigli su come riconquistarla...
Insomma il classico esempio del becco e bastonato. In fin dei
conti poi ero becco al quadrato: reso cornuto dalla donna e dal
miglior amico contemporaneamente. Bel record ma non per questo
motivo il dolore si dimezzava.
Arrivai a casa verso le quattro del mattino, quella casa non
era mai stata così ospitale. Emanava calore, mi dava forza
e sicurezza, era un qualche cosa che avevo conquistato io, da
solo, con le mie forze e poi... Vittorio non se la poteva fare.
Detti un bacino alla porta per dimostrarle il mio affetto e la
richiusi delicatamente alle mie spalle.
Mi levai di dosso i vestiti e li gettai a terra creando un rumore
come di polmone di mucca sul tavolo di marmo. Anche i boxer erano
bagnati, così, tutto nudo, mi accesi una sigaretta, lo
stereo a basso volume mi faceva compagnia e mi lasciai scivolare
sul divano. Sorrisi un po' tra me quindi mi addormentai.
Dario tornò poco dopo ed immancabilmente mi svegliò.
Era in condizioni disastrate, aveva passato la notte a vomitare
e vari ricordi della cena gli si erano aggrappati alle scarpe.
Di solito non beveva molto, tra noi era quello, forse, più
pacato ma le volte che decideva di rovinarsi ci riusciva molto
bene. Il motivo della sua ultima ubriacatura si poteva collegare
facilmente ed immediatamente ad una donna.
La nostra situazione sentimentale non era delle migliori. A parte
la mia che era la più tranquilla forse perché ormai
inesistente, c'era Jacopo: stava ormai da parecchi mesi con una
ragazza australiana, carina, simpatica, anche bellina ma... australiana.
Era dolcemente innamorato, sessualmente preso, mentalmente cullato
dall'amore, praticamente un lobotomizzato. Era felice, cosa si
può fare contro l'amore? Cosa si vuole fare contro l'Amore?
Nulla. Provavo soddisfazione a vederlo così, mi ha sempre
reso felice vedere una persona innamorata e se questa persona
è un mio grande amico, la mia contentezza raddoppia. ...continua
nel libro |