EAN 9788866152491
LA BELLA GIORNATA
IN VIAGGIO IN ITALIA CON SHELLEY
Tiziano Arrigoni- Laura
Chalar pp. 206 ft.t 23x21 ill. COl. e B/N anno 2022
19,00
Collana Biblioteca di Storia n. 38 |
Laura Chalar
È nata a Montevideo nel 1976. Avvocata, scrittrice
e traduttrice, le cui opere sono state pubblicate a livello internazionale.
La sua ultima raccolta di poesie si intitola Riversent
(Coal City Press USA 2022).
Laura è autrice o editrice di oltre venti libri, che includono
raccolte di poesie, racconti, libri per bambini, antologie e
traduzioni. Divide la sua vita fra Uruguay e Argentina.
Tiziano Arrigoni
Toscano di nascita, docente di liceo e scrittore di storie
del mondo passato e presente. Autore di numerose opere di carattere
prevalentemente storico, il suo ultimo libro si intitola La
dinamite nella valigia. Viaggio nella Italia di Luciano Bianciardi
(La Bancarella Editrice 2019).
Vive in Toscana.
|
LA BELLA GIORNATA
IN VIAGGIO IN ITALIA CON SHELLY |
Prefazione
Questa non è l'ennesima biografia su Percy Bysshe Shelley
e nemmeno un saggio sul suo complesso periodo trascorso in Italia
tra il 1818 e il 1822, è un percorso italiano che parte
dalle parole e dalle sensazioni da uno dei maggiori poeti inglesi
che tanto amò l'Italia e che ci porta attraverso paesaggi
urbani e rurali dell'Italia di ieri e di oggi, con una particolarità:
questo lungo viaggio è stato nuovamente percorso fisicamente
per vedere continuità e fratture. È un viaggio
nella storia e nella letteratura perché il paesaggio è
fatto anche di suggestioni letterarie. Non siamo i primi ovviamente:
Richard Holmes, uno dei maggiori biografi di Shelley fra gli
altri ha ripercorso questi luoghi, ma con obiettivi diversi,
quelli di un romantic biographer,(1) noi invece siamo
partiti dai luoghi fisici visti attraverso Shelley (e non solo),
ne abbiamo visto le abitudini di vita di ieri e di oggi, le case,
i campi, i boschi. Il protagonista è insomma il paesaggio
italiano, visto attraverso le parole di un grande romantico.
Moltissimi letterati del Nord Europa sono stati attratti dal
Mediterraneo fino allo stereotipo, una costante ricerca del Mediterraneo
ovunque, il clima temperato, la giornata di sole limpido, la
frutta abbondante, la vite e l'olivo. Gli inglesi soprattutto
hanno cercato il mare caldo ovunque fosse possibile; è
il caso dell'Australia che veniva colonizzata proprio in quei
decenni: non è un caso che «gli inglesi, soprattutto
fra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, quando
l'interesse, anzi la passione di tipo byroniano per il Mediterraneo
era di gran lunga moda in Inghilterra, abbiano cercato di riprodurre
in un caldo paese del Sud (l'Australia) il seducente mondo mediterraneo
anziché quello del loro paese».(2) Non si tratta
semplicemente della giornata di sole, esaltata in molte canzoni
napoletane, si tratta dell'armonia vista e perduta, di quell'attimo
fatto di tante schegge diverse di cui parla lo scrittore Raffaele
La Capria, anche lui napoletano, e che abbiamo voluto prendere
come punto di riferimento per il viaggio di Shelley in Italia:
«in quella bella giornata entravano Capri e
Ischia e le altre Sirene bagnate dal mare di Omero, le tane dei
pesci inseguiti sott'acqua, il panino col salame mangiato sullo
scoglio dopo una nuotata, il muro calcinato a Positano e l'arco
spezzato procidano, il corpo bruciante sulla roccia rovente,
l'odore sapore d'acido fenico dell'ostrica del riccio
e la patella, l'uscita in barca con la ragazza dell'estate, il
piede marino e confidente, l'approdo in rada nel
silenzio mattutino».(3)
Ed ecco che il giovane inglese Percy e la sua altrettanto giovane
compagna Mary ricercano nel Mediterraneo la bella giornata
della loro vita, anche se non sempre ci riusciranno.
D'altra parte il paesaggio italiano, salvo alcune eccezioni urbane,
era mutato pochissimo nei decenni successivi e fino a metà
Novecento si potevano leggere ancora gran parte di quelle coordinate
territoriali che aveva visto Shelley. Come scrive lo storico
inglese Paul Ginsborg, «l'Italia del 1943 era una nazione
in cui, al di fuori delle principali aree urbane, ben poco era
cambiato rispetto ai tempi di Garibaldi e Cavour. Si trattava
di un paese ancora prevalentemente agricolo, caratterizzato da
grandi e ancora intatte bellezze naturali, da sonnolente città
di provincia, da una povertà endemica, soprattutto nel
Sud, da una cultura popolare ancora profondamente contadina e
dialettale».(4)
In questa Italia, alla ricerca della bellezza, di una vita libera,
lontana dalla bigotta Inghilterra si era mosso Shelley con la
compagna Mary Godwin Shelley e la sorellastra di lei Claire Clairmont
con rispettivi bambini al seguito, in un intreccio continuo con
le vicende dell'altro poeta inglese presente (verrebbe voglia
di dire onnipresente) in Italia Lord Byron. È un continuo
rincorrersi di luoghi: il 4 aprile 1818 sono a Milano, con una
suggestiva gita sul lago di Como; il 9 maggio sono a Livorno
(la vicenda italiana di Shelley si snoderà molto sull'asse
Pisa-Livorno); l'11 giugno a Bagni di Lucca, località
termale frequentatissima dagli inglesi dove risiedono in una
casa piccola ma comoda, una casa borghese per villeggianti. Il
soggiorno toscano viene interrotto nell'agosto: il 22 agosto
Percy e Claire prima, Mary poi si recano a Venezia, dove risiede
stabilmente Byron per dirimere la questione della custodia di
Allegra, la figlia che Claire ha avuto con il lord inglese (una
situazione esasperante), ma risiederanno soprattutto ad Este,
sui Colli Euganei, nella Villa dei Cappuccini, in una villa affittata
come soggiorno estivo da Byron (e mai frequentata), proprio di
fronte alla severa rocca medievale, dove li aveva spediti per
non averli fra i piedi, soprattutto Claire. Il 20 novembre sono
a Roma, da qui si recano a Napoli (30 novembre), dove alloggiano
sulla Riviera di Chiaia e da lì partono per il giro classico
dei viaggiatori (il Vesuvio a dorso di mulo, Ercolano, Pompei,
Baia). Il 5 marzo 1819 sono di nuovo a Roma dove cercano di vedere
quanto più possibile del patrimonio storico e artistico
della città. Il 17 giugno sono a Livorno dove affittano
una villa suburbana, descritta con toni arcadici, immersa in
una campagna piena di vita (è qui che il poeta si ritira
a scrivere in una torretta colombaia in cima alla villa). Da
qui inizia il giro vorticoso per la Toscana: il 2 ottobre è
a Firenze, il 26 gennaio 1820 è a Pisa dove sembra che
inizi a consolidare abitudini ed amicizie (a Pisa arriverà
poi anche Byron). Una nuova sosta a Livorno dal 15 giugno, poi
alle terme di Bagni di Pisa (San Giuliano), con la casetta sul
canale che collega il Serchio all'Arno, che poi sarà alluvionata
da una piena. Di nuovo a Pisa dal 29 ottobre. Nel 1821 l'8 maggio
è di nuovo a Bagni di Pisa, con una breve escursione dal
6 agosto a Ravenna per andare a trovare Byron che si era lì
trasferito dietro alla nuova fiamma Teresa Guiccioli e visitare
la piccola Allegra, che era stata affidata ad un collegio religioso
a Bagnacavallo. Il 20 agosto è di nuovo a Pisa per rientrare
in città il 25 ottobre. Il 28 aprile 1822 decide di trasferirsi
a San Terenzo (Lerici), un piccolo paese marinaro, dove affitta
una casa direttamente sul mare, fino a che la morte lo coglierà
l'8 luglio, proprio navigando su quel mare. Infine l'epilogo:
il celebre rogo funebre sulla spiaggia di Viareggio e l'ultimo
viaggio al cimitero acattolico a Roma dove si trova la sua tomba.(5)
Non ci siamo limitati a ripercorrere il viaggio, ma Laura Chalar,
poetessa e profondamente interessata all'opera di Shelley, ha
cercato per ogni tappa di ricostruire le emozioni del viaggio
stesso come avrebbero potuto coglierle gli Shelley, attraverso
un testo poetico che approfondisce la suggestione del percorso
italiano. Così, in un connubio non usuale, abbiamo messo
insieme il saggio storico letterario, la letteratura di
viaggio, la poesia per rendere al meglio, al lettore nostro contemporaneo,
il senso del viaggio in quel paese pieno di bellezza e di contraddizioni
che era ed è l'Italia.
Tiziano Arrigoni |
1) R. Holmes, Exiles, in Footstep. Adventures of a Romantic
Biographer, London, Harper 2005, pp.133-198.
2) F. Fernadez Armesto, Millennium. Il racconto di mille anni
della storia del mondo, Milano, Mondadori 2000, pp. 439 - 442.
3) R. La Capria, L'armonia perduta, in Napoli, Milano, Mondadori
2009, p. 37
4) P. Ginsborg, Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi, Torino,
Einaudi 1989, I, p. IX.
5) Ho preso le date e le descrizioni sommarie dell'itinerario
in A. Weinberg, Shelley's Italian Experience, New York, Palgrave
Macmillan 1991; A. Brilli, S. Fiori, Le viaggiatrici del Grand
Tour, Bologna, Il Mulino 2020, pp. 214 - 218. |