PREFAZIONE
La divulgazione scientifica dovrebbe rientrare tra i precisi
doveri di ogni scienziato, per molte buone ragioni. La prima
è senza dubbio lobbligo moraledi restituire al cittadino
contribuente, che spesso inconsapevolmente ha partecipato
al finanziamento delle ricerche più avanzate, i risultati
di quelle indagini scientifiche, necessariamente in un linguaggio
che chiunque possa comprendere. Ancor più impellente è
il bisogno di usare ogni mezzo per colmare quellimmenso
divario culturale che esiste tra il livello avanzatissimo della
ricerca contemporanea e quello legato alla conoscenza media della
popolazione,anche di quella dotata di una buona cultura scolastica.
È un divario che va ampliandosi di giorno in giorno e
che ci espone sempre più ai pericoli delle false informazioni,
che oggi affliggono la rete e i social network; allillusione
che le ore di navigazione in internet possano sostituire anni
di dura formazione accademica, con la conseguente strumentalizzazione
politica delle notizie scientifiche che è sotto gli occhi
di tutti.
Oggi la fiducia nella scienza è divenuta una sorta di
credo religioso, come se non ci fossero fatti oggettivi, ma solo
opinioni, lasciando così spazio ad assurde aberrazioni:
complottisti, terrapiattisti, negazionisti, guaritori, astrologi,
sono ormai un fenomeno pervasivo nella nostra società
che, da quando i media hanno perso il loro ruolo educativo, si
espande senza freni.
Lo scienziato, specie se italiano, che voglia occuparsi di divulgazione
scientifica non ha però vita facile. La traduzione di
ricerche e concetti complessi in un linguaggio semplificato,
ma al tempo stesso rigoroso, richiede un grosso sforzo, nel quale
si devono fondere competenze dialettiche e comunicative che sono
estranee alla formazione del ricercatore puro.
Così si vedono spesso eminenti scienziati che non sanno
utilizzare un linguaggio privo di tecnicismi, che non hanno alcuna
idea dei tempi televisivi, che non si rendono conto che il livello
di conoscenze di chi li ascolta è molto più basso
di quanto immaginino. A ciò va aggiunto che in Italia
occuparsi di divulgazione scientifica non favorisce certo la
carriera di uno scienziato, visto che questa attività
al momento non viene riconosciuta a nessun livello.
Se dunque da un lato sempre meno scienziati si dedicano allattività
divulgativa, dallaltro aumenta il rischio che persone con
una buona capacità comunicativa, ma senza adeguate competenze,
possano occupare questi spazi, con il rischio di diffondere informazioni
distorte, anche se animati da nobili propositi.
Conoscendo bene questo quadro, perché da molti anni cerco
anche di occuparmi di divulgazione, sono davvero rimasto sorpreso
nel vedere con quanta correttezza e precisione Marco Righetti
avesse affrontato una tematica difficile e avanzata quale quella
delle problematiche che emergono nel conciliare la teoria dellinformazione
con quella dei buchi neri, in quella conferenza estiva alla quale
si riferisce nellintroduzione di questo libro e che ci
ha fatto incontrare.
Ancor più mi ha colpito la grande competenza con la
quale in queste pagine ha saputo raccontare tutti i complessi
problemi della fisica contemporanea, con squisita leggerezza,
con un tono ironico e accattivante, senza tuttavia abbandonare
mai il rigore espositivo. Righetti non è un addetto
ai lavori, ma ha certamente studiato tantissimo, spingendosi
ben oltre quello che la sua preparazione tecnica potesse consentirgli,
animato dalla stessa curiosità e amore per la conoscenza
delluniverso che caratterizza noi scienziati.
Così, stimolato dalla consapevolezza dellabisso
di conoscenza che cè tra la moderna concezione delluniverso
e la percezione del cosmo che ha invece la maggior parte della
popolazione, guidato dallimperativo di rendere fruibili
a tutti le meraviglie che lindagine scientifica contemporanea
sta rivelando ovunque, ha realizzato questo strumento prezioso,
giungendo a trattare tematiche ancora controverse che riguardano
gli immensi e affascinanti misteri che
la natura presenta in quelle situazioni in cui le leggi della
fisica sembrano vacillare e promettere scenari e visioni che
lasciano luomo attonito.
Uno sforzo titanico che non può che ricevere un grande
plauso da chi, come me, ha dedicato lintera esistenza a
sondare alcuni di quei misteri e che spero possa affascinare
tutti quei lettori che avranno voglia di allacciare le cinture
e partire per questo viaggio straordinario.
Filippo Martelli
Filippo Martelli è Professore di Fisica presso
lUniversità di Urbino Carlo Bo. È membro
della collaborazione internazionale LIGO-Virgo che nel 2016 ha
annunciato la prima rivelazione delle onde gravitazionali, scoperta
che ha portato allassegnazione del Premio Nobel per
la Fisica 2017 e per la quale è stato insignito, con
gli altri membri della collaborazione, dello Special Breakthrough
Prize in Fundamental Physics, un premio sostanzialmente equivalente
al Nobel, finora assegnato solo sei volte, e del Gruber Cosmology
Prize 2016. Autore di più di 300 pubblicazioni su riviste
internazionali, ha operato in numerosi campi diricerca ricoprendo
diversi importanti incarichi. Attualmente è responsabile
del gruppo di ricerca di Firenze-Urbino nellambito del
progetto per la realizzazione di Einstein Telescope, un rivelatore
di onde gravitazionali di terza generazione.
|