«Alle 22,45 poca gente è in casa faceva
molto caldo e si stava bene allaperto, quando, correndo,
esce di casa una nostra conoscente che eccitata []
ci dice che la Radio sta trasmettendo una notizia sen-sazionale.
La seguo (noi non possedevamo la Radio) e ascoltiamo il famoso
comunicato [
]. Intanto, da altre parti del Paese, i compagni
conoscono la notizia e vengono a cercarmi
la notizia si
diffonde rapidamente da persona a persona. Molta gente è
al Cinema e racconteranno poi che i primi a uscire dal locale,
furtivamente, sono stati i fascisti avvertiti da amici e familiari
corsi a riferire la notizia.
Si discute e festeggia fino a notte inoltrata, ma già
la mattina successiva, il 26, si discute come organizzare una
grande manifestazione che si decide di fare il giorno successivo,
partendo dalla fabbrica».
Il saggio di Matteo Caponi si occupa di una pagina di storia
locale, il 25 luglio 1943 a Rosignano e i giorni successivi alla
caduta del fascismo o meglio alla crisi del Gran Consiglio con
il seguente arresto di Mussolini. Furono giornate nelle quali,
in numerose piazze dItalia, si ebbero manifestazioni di
giubilo poiché un po affrettatamente molti cittadini
pensarono di essere usciti da un incubo. La fine purtroppo del
fascismo si sarebbe avuta solo due anni più tardi con
lesperienza della Repubblica sociale e attraverso una lunga
scia di sangue versato e di sacrifici immani. [
] Prende
corpo sotto i nostri occhi la problematicità dello schieramento
antifascista, della sua divisione interna, talvolta della sua
immaturità, seppur giustificata da oltre ventanni
di regime. Ma emerge anche riconfermata la maggiore opposizione
che contro quel regime la classe operaia era in grado, più
di altri soggetti sociali, di mettere in campo. Anche se alla
Solvay di Rosignano il controllo delle maestranze era sempre
stato molto pressante e non si erano verificate adesioni di nessun
tipo, neppure in ritardo, alle mobilitazioni del marzo 43,
comunque era certo che anche lì serpeggiava un malumore
sotterraneo contro il regime e le sue vessazioni...
Catia Sonetti |