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9788866151180

UNA MANIFESTAZIONE OPERAIA CONTRO IL FASCISMO ROSIGNANO SOLVAY 27 LUGLIO 1943 , Matteo Caponi p. 140 € 12,00 A5 Bross. Collana Biblioteca di Storia n.20

Matteo Caponi (1980) è assegnista di ricerca in Storia contemporanea presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. I suoi interessi di studio riguardano principalmente il cattolicesimo, il nazio-nalismo, le culture e le memorie di guerra nel XIX-XX secolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una manifestazione operaia contro il fascimo Rosigano Solvay 27 luglio 1943

«Alle 22,45 poca gente è in casa – faceva molto caldo – e si stava bene all’aperto, quando, correndo, esce di casa una nostra conoscente che – eccitata [–] ci dice che la Radio sta trasmettendo una notizia sen-sazionale. La seguo (noi non possedevamo la Radio) e ascoltiamo il famoso comunicato […]. Intanto, da altre parti del Paese, i compagni conoscono la notizia e vengono a cercarmi… la notizia si diffonde rapidamente da persona a persona. Molta gente è al Cinema e racconteranno poi che i primi a uscire dal locale, furtivamente, sono stati i fascisti avvertiti da amici e familiari corsi a riferire la notizia.
Si discute e festeggia fino a notte inoltrata, ma già la mattina successiva, il 26, si discute come organizzare una grande manifestazione che si decide di fare il giorno successivo, partendo dalla fabbrica».

Il saggio di Matteo Caponi si occupa di una pagina di storia locale, il 25 luglio 1943 a Rosignano e i giorni successivi alla caduta del fascismo o meglio alla crisi del Gran Consiglio con il seguente arresto di Mussolini. Furono giornate nelle quali, in numerose piazze d’Italia, si ebbero manifestazioni di giubilo poiché un po’ affrettatamente molti cittadini pensarono di essere usciti da un incubo. La fine purtroppo del fascismo si sarebbe avuta solo due anni più tardi con l’esperienza della Repubblica sociale e attraverso una lunga scia di sangue versato e di sacrifici immani. […] Prende corpo sotto i nostri occhi la problematicità dello schieramento antifascista, della sua divisione interna, talvolta della sua immaturità, seppur giustificata da oltre vent’anni di regime. Ma emerge anche riconfermata la maggiore opposizione che contro quel regime la classe operaia era in grado, più di altri soggetti sociali, di mettere in campo. Anche se alla Solvay di Rosignano il controllo delle maestranze era sempre stato molto pressante e non si erano verificate adesioni di nessun tipo, neppure in ritardo, alle mobilitazioni del marzo ’43, comunque era certo che anche lì serpeggiava un malumore sotterraneo contro il regime e le sue vessazioni...

Catia Sonetti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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