MARIO BADOGLIO
25 luglio 1945.
Stamani alle 11, in seguito ad appuntamento telefonico, sono
stato a colloquio col duca Mario Badoglio, nella sua abitazione
di via Bruxelles 56, al secondo piano della villa, dove credo
che abiti pure il Maresciallo.
Conobbi Mario Badoglio quando fu console generale a Istanbul,
subito dopo la conquista di Addis Abeba , alla quale partecipò
come aiutante di campo di suo padre. Fui presentato a lui dallambasciatore
Carlo Galli, che fu poi ministro con Badoglio. Luno e laltro,
dopo aver molto insistito per indurmi a prendere la tessera del
Fascio, mostrarono indirettamente dapprezzare la mia resistenza
e (compatibilmente con le loro cariche e con la mia particolare
posizione allUniversità di Istanbul) mi consentirono
desercitare su quella colonia italiana linfluenza,
che mi permise di creare a suo tempo, attraverso la Dante
Alighieri , il Comitato di Liberazione Nazionale.
Dopo la partenza di S. E. Galli e del Duca Mario Badoglio conservai
con loro una corrispondenza di pura cortesia con scambio dauguri
a fine anno, ma il Duca Badoglio sinteressò perché
mia figlia fosse assunta dallEnte Italiano Audizioni Radiofoniche
per trasmissioni non politiche in turco.
Subito dopo la caduta del fascismo mia moglie visitò Mario
Badoglio, che le disse dinvitarmi a partire subito da Istanbul,
via Sofia, alla volta di Roma, perché la mia presenza
avrebbe potuto essere necessaria.
Naturalmente primo oggetto della nostra conversazione , durata
dalle 11 alle 13, subito dopo le mie congratulazioni per lo scampato
pericolo, è stato il mio effettivo rifiuto di aderire
allinvito del Duca dopo il 25 luglio 1943, ma egli ha riconosciuto
essere stata una vera fortuna che le circostanze non m
abbian permesso di partire. In realtà i miei impegni
allUniversità non mavrebbero comunque permesso
di partire immediatamente e la via di Sofia fu presto preclusa.
Il racconto delle sofferenze subite da Mario Badoglio dal momento
della detenzione in via Tasso3 alla liberazione dalla prigionia
ha soltanto un interesse biografico. Egli mia ha detto la sua
sorpresa che i Tedeschi lo abbiano risparmiato, come del resto
i nipoti di Churchill, mentre il figlio di Stalin fu ucciso,4
ed ha avanzato lipotesi che si volesse eventualmente valersi
della sua persona come ostaggio per salvare qualche alta personalità
nazista , se gli avvenimenti non fossero precipitati.
Agli effetti dun giudizio sulleventuale atteggiamento
futuro della persona in relazione col suo stato danimo
attuale, è forse interessante la circostanza che Mario
Badoglio sa dessere stato arrestato in seguito a denunzia
di un prete: questo sacerdote, che era stato pure arrestato,
ma rilasciato dopo quindici giorni di detenzione, si trova ora
nellItalia settentrionale. ....
( Ezio Bartalini)
Nel 1937, giovane diplomatico in carriera,Mario Badoglio era
stato nominato console italiano ad Istanbul. Ben presto conobbe
Ezio Bartalini, in esilio nella città turca da dieci anni:
socialista, pubblicista (scriveva articoli culturali su Il
Messaggero degli Italiani, pubblicazione in lingua italiana
in Turchia), insegnava come libero docente nelluniversità
locale ed era ben inserito nella città dadozione.
Sostanzialmente isolato dal mondo dellantifascismo militante
che in Turchia era pressoché assente, Bartalini, pur conservando
la sua indipendenza intellettuale, non faceva più attività
politica. Questo permise al console di avvicinarlo e di entrare
in rapporti di stima reciproci; a ciò contribuì
probabilmente laver saputo che il professor Bartalini era
stato iscritto alla massoneria, associazione di cui lo stesso
Badoglio doveva dimostrarsi simpatizzante.
Grazie a questo rapporto, la famiglia di Bartalini riuscì
a lasciare Istanbul e a rientrare in Italia il 30 agosto 1939,
mentre Ezio rimase in Turchia fino al 1944.
Nel 1940 Badoglio era stato nominato console a Tangeri e da quel
momento Bartalini non lo aveva più rivisto, nel mezzo
cerano stati gli anni terribili della guerra e per Badoglio
della prigionia. Ora si incontravano di nuovo, in un nuovo contesto:
Bartalini aveva iniziato di nuovo a fare politica nelle file
del Partito socialista a Roma, mentre lex console si stava
guardando intorno per riprendere le fila di una realtà
profondamente mutata. Bartalini decise di trascrivere le linee
essenziali del colloquio, che conteneva anche alcune considerazioni
politiche considerate confidenziali, che e terminò con
alcune considerazioni sulla vita privata della famiglia Badoglio. |