Nella traduzione de Le avventure
di Pinocchio ho utilizzato il dialetto che, nelle zone
rurali della bassa Val di Cornia (cioè dei comuni di Campiglia
Marittima, Suvereto e Piombino), era ancora comunemente parlato
nella prima metà del secolo XX (1900-1950 circa). In particolare
ho fatto riferimento alle competenze linguistiche di un ipotetico
abitante delle suddette zone rurali intorno al 1930, nato verso
il 1870 e privo di istruzione.
Molti dei termini e delle caratteristiche fonetiche, morfologiche
e sintattiche del nostro antico dialetto sono oggi scomparsi
oppure sono rimasti nelluso di poche persone anziane, mentre
solo una parte di essi si è conservata nel vernacolo,
ormai fortemente italianizzato, della Val di Cornia dei nostri
giorni. Questa mia traduzione è quindi un ulteriore contributo
al ricordo di un dialetto, di una cultura e di una civiltà
che non esistono più, o quasi.
Per una più dettagliata e articolata descrizione della
realtà linguistica della Val di Cornia, rimando alla mia
precedente pubblicazione, la Lohandièra de la Venturina.
Per la grafia del dialetto, ho voluto
trascrivere nel modo più fedele possibile la pronuncia
dialettale e, al tempo stesso, usare dei segni grafici speciali
di facile comprensione e memorizzazione da parte del lettore.
Nel dettaglio, la grafia impiegata rispetta
le seguenti norme [tra parentesi quadre è riportata
la trascrizione fonetica scientifica]
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