Un tumore all'orizzonte
Leggere una pagina dopo laltra e sentire che la tenerezza
è possibile anche nei confronti della malattia, è
uno dei messaggi che il libro di Monica Pacchini riesce a comunicare.
Per raccontare la scoperta di un cancro, lautrice sceglie
di mettersi in prima persona nero su bianco, un quasi-diario
che ripercorre tutte le tappe del viaggio: dalle prime visite
in ospedale, le diagnosi che non vorresti sentire, lambiente
di casa che si fa caldo e avvolgente, fino agli aghi e ai bisturi
implacabili e poi di corsa alla ricerca di un perché.
Cè molta quotidianità nellesperienza
raccontata ne La scoperta, con la disperazione mitigata
dalla forza dei sentimenti. Lautrice dice di «aver
impacchettato i pensieri negativi inserendoli in un involucro
di serenità»: è una frase che mostra la possibilità
di convivenza di due dimensioni apparentemente contrastanti,
ma è anche la chiave che ci viene offerta per aprirci
al mondo.
Mentre la medicina e la ricerca porgono a tutti noi le sponde
sempre più solide della scienza che avanza, Monica Pacchini
dà la possibilità di riflettere su un aspetto dellesistenza
che passa per la paura, lo sperdimento, lansia di non potercela
fare. E mentre scorrono le righe e le pagine, tutti noi abbiamo
la possibilità di assaporare il gusto di un giorno nuovo,
la bellezza del mare come fonte di benessere, i ricordi cari
a tenerci compagnia e il progetto di una nuova fase, con un equilibrio
da trovare ma con la certezza di «una nuova me» che
sta arrivando.
Il racconto dellautrice non è solo la scoperta di
una malattia, ma si rivela un percorso alla ricerca di forze
interiori capaci di ridisegnare il quadro della nostra vita.
Marcel Proust scrisse che «il vero viaggio di scoperta
non consiste nel cercare nuove terre, ma nellavere nuovi
occhi». Ecco, il libro di Monica Pacchini ci consente di
pensare alla malattia con locchio focalizzato sulla dolcezza.
È unattrezzatura che potrebbe rivelarsi preziosa.
Riflettiamoci.
Roberto Bernabò |