Siamo nel decennio 1970-1980, mi vedo invecchiare e nello
stesso tempo sono accerchiato da un mondo che si esprime con
parole nuove e sconosciute, esse sono entrato a far parte del
nostro vocabolario di tutti i giorni, nelle televisioni, nelle
scuole e del linguaggio dei giovani, ho perfino difficoltà
a leggere il giornale.
Mi rendo conto che sto vivendo in un paese diverso da quello
che sognavo, in un mondo che cambia velocemente, più in
fretta di quanto immaginavo, tuttavia sono fiducioso che le nuove
generazioni troveranno comunque interesse a leggere queste vicende
di gente comune del passato che appartiene anche a loro.
Ugo Pelagagge
La Maremma rappresentava per le famiglie di emigrati di cui
era anche Ugo, (marchigiano) all' inizio del Novecento lultimo
pane,... lautore di queste note autobiografiche, inizia
la narrazione proprio dal momento dellarrivo: è
una storia di miseria nera, come si può trovare solo in
certi romanzi naturalisti di fine Ottocento, e che dura, nei
suoi aspetti più crudi fino ai primi anni Quaranta, tanto
che sembra quasi impossibile che solo alcuni decenni dividano
il nostro benessere tecnologico da questo abisso di povertà
e di arretratezza. Una miseria che porta in sé anche una
certa dose di rassegnazione, anche se non mancano momenti di
rottura o di ribellione.
Questi migranti ... sono uomini pronti a tutti i mestieri. Se
il mercato minerario è prospero, allora si ruzzola
nella miniera,
quelle dellAccesa e Fenice Capanne,
di Ribolla e di Gavorrano, pronti a risalire fuori e dedicarsi
ai lavori agricoli nei momenti di crisi o quando si presenta
qualche occasione appena appetibile.... prendendo a mezzadria
prima il podere di Carpignone (Accesa), poi quello di Valli (Follonica)
...
Viene la guerra e Ugo viene arruolato e inviato nel basso Lazio,
poi larmistizio e il nostro autore, attraverso la sua confusione
individuale ci testimonia il caos generale. Infine il lento ritorno
a casa, la cattura da parte dei tedeschi, la fuga.
Ritornato a Follonica, decide di darsi alla macchia nei dintorni
di Follonica e a questo punto abbiamo il primo vero atto di rottura
ossia la partecipazione alla lotta partigiana, dapprima per sfuggire
al possibile reclutamento nellesercito repubblichino, poi
con la convinzione di combattere per la libertà e per
un mondo più giusto... |