L'origine di Suvereto si deve far risalire a molti secoli
fa e collegarla strettamente all'esistenza della mitica Populonia
in quanto Suvereto, e non solo, si deve considerare come un centro
importante dell'espansione naturale e necessaria della potenza
etrusca nella Maremma a partire dalla Val di Cornia per l'approvvigionamento
di tutto quanto le era necessario per la sua vita quotidiana,
per la sua potenza navale e per la sua espansione commerciale.
A conferma di ciò, ad esempio, l'esistenza individuata
dell'insediamento del IV - III secolo del poggio di monte Pitti
e della certa esistenza contemporanea di altri siti della cultura
etrusca di Populonia ma non ancora individuati e studiati.
Dopo la caduta di Populonia Suvereto era diventato idoneo e degno
per la residenza dei titolari della sede vescovile dell' "episcopus
corninensis" (861), sede del distretto civile (882), denominato
in seguito "in loco et finibus Cornino ".
Nel X secolo, nel 923 e nell'anno successivo, il vescovo Vinclusio
(o Uniclusìo) concede in enfiteusi un pezzo di terra della
Mensa vescovile con un documento redatto a" Korniae ad ecclesiam
Sancti Justì ", Krnia da intendere come precursore
del nome di Suvereto che verrà adoperato ed ufficializzato
nel 973 nell'atto di vendita, compiuto dai conte Lamberto degli
Aldobrandeschi, della "corte Suvereto cum suo castello"
unitamente alla "corte et castello Monterii" da intendere
come Montepitti, comunità, questa, se non soggetta, per
lo meno dipendente dal già più che potente Suvereto.
A partire dall'XI secolo con la costruzione di una torre quadrangolare
e di una cortina muraria inizia alle sue falde gli insediamenti
del futuro borgo. Nel XII secolo si afferma e si consolida sotto
gli Aldobrandeschi
Nel corso del XIII secolo, la torre, ormai inadeguata alle nuove
esigenze difensive e come dimostrazione della importanza politica,
viene rasata fino a tre metri di altezza e ricostruita con l'aggiunta
di una muratura "a scarpa" e di nuove edificazioni.
Questi interventi sono il segno concreto dell'importanza politica
di Suvereto: da un lato la concessione della "Charta libertatis"
del 1201 e dall'altro il consolidamento di un organismo comunale
rappresentativo della "comunitas" suveretana, agli
inizi del XIV secolo secondo quanto attesta l'epigrafe che riporta
il 1308 come la data di chiusura del cantiere, viene costruita
a ridosso del prospetto Nord della torre, l'ampia struttura trapezioidale:
"mastio" dotata anch'essa di muratura "a scarpa"
sui lati Est ed Ovest.
Contemporaneamente si è venuta affermandosi su tutto il
territorio la supremazia di Pisa che sancisce il definitivo tramonto
della signoria aldobrandesca. La Rocca, a partire da questo secolo,
è sede di una fissa guarnigione pisana composta da un
castellano e sei sergenti.
Questa situazione rimarrà senza troppi mutamenti inalterata
fino al 1399, anno in cui Suvereto, grazie agli Appiano, entrerà,
suo malgrado, con la sua storia millenaria a far parte del principato
di Piombino fino all'arrivo dei " rivoluzionari liberatori
"francesi.
Vinicio Sguazzi:
Ha scritto, con la collaborazione di Luigi Giannecchini,:
"Suvereto, storia, arte, mito e poesia"(1972), la "Charta
libertatis di Suvereto del 1201" (1984), gli "Statuti
della Magnifica Comunità di Suvereto, riformati l'anno
1729" (1992). Pubblica "i Quaderni di Suvereto, ovvero
Brani di storia minore suveretana"(1981-1986), "Suvereto,
i suoi terzieri, i suoi simboli e i suoi santi Patroni, il Palio"(1996),
"Suvereto e l'industria del ferro nell'antichità
fino ai primi anni del 1800"(1996); nel 2009 "Suvereto,
i conti di Suvereto e gli Aldobrandeschi in val di Cornia e in
Maremma"(2001). |