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Vamba

IL GIORNALINO DI GIAN BURRASCA

Ill. ft.o A4 pp. 148
Reprints
€ 4,00
collana e-book n. 15

  è disponibile solo la versione in e-book pdf ordinabile presso l'editore Ordine E-book € 4,00

 

Ecco fatto. Ho voluto ricopiare qui in questo mio giornalino il foglietto del calendario d'oggi, che segna l'entrata delle truppe italiane in Roma e che è anche il giorno che son nato io, come ci ho scritto sotto, perché gli amici che vengono in casa si ricordino di farmi il regalo.
Ecco intanto la nota dei regali avuti finora:
l.° Una bella pistola da tirare al bersaglio che mi ha dato il babbo;
2.° Un vestito a quadrettini che mi ha dato mia sorella Ada, ma di questo non me ne importa
nulla, perché non è un balocco;
3.° Una stupenda canna da pescare con la lenza e tutto l'occorrente e che si smonta e diventa un
bastone che mi ha dato mia sorella Virginia, e questo è il regalo che mi ci voleva, perché io vado
matto per la pesca;
4.° Un astuccio con tutto l'occorrente per scrivere, e con un magnifico lapis rosso e blù,
regalatomi da mia sorella Luisa;
5.° Questo giornalino che mi ha regalato la mamma e che è il migliore di tutti.
Ah sì! La mia buona mamma me ne ha fatto uno proprio bello, dandomi questo giornalino perchéci scriva i miei pensieri e quello che mi succede. Che bel libro, con la rilegatura di tela verde e tuttele pagine bianche che non so davvero come farò a riempire! Ed era tanto che mi struggevo di avereun giornalino mio, dove scriverci le mie memorie, come quello che hanno le mie sorelle Ada, Luisae Virginia che tutte le sere prima d'andare a letto, coi capelli sulle spalle e mezze spogliate, stanno ascrivere delle ore intere.Non so davvero dove trovino tante cose da scrivere, quelle ragazze!
Io, invece, non so più che cosa dire; e allora come farò a riempire tutte le tue pagine bianche, miocaro giornalino? Mi aiuterò con la mia facilità di disegnare, e farò qui il mio ritratto come sono oraall'età di nove anni finiti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 

 

 

Ma quale Religione °?
Molti non seppero quale, e pur morirono. Di fronte a costoro Mazzini rimaneva pensoso. Qualcuno adattò ai tempi la religione , materna, e trapiantò il « Dio lo vuole » nell'humus di quel secolo XIX, in cui pure germinava il Positivismo. Certo fra costoro i Fratelli Bandiera, che respinsero il prete venuto per confessarli, gli parlarono d'una religione di Libertà e d'Eguaglianza, ma poi pregarono coloro, che dovevano fucilarli, di risparmiare la testa, « fatta a imagine di Dio » .
Mazzini stesso talvolta sembra indulgere verso le forme più ingenué della religione cattolica . La verità è che per lui, senza che egli stesso ne avesse forse co­ scienza, la Religione e Dio, posti in cima d'ogni altra sua concezione filosofica, non furono poi effettivamente che un mezzo pel conseguimento d'un determinato fine morale; per questo potè ammettere con tolleranza in altri una Fede diversa dalla sua, purchè una Fede vi fosse. Quello che escludeva, e combatteva con ogni sua forza, perchè incapace di determinare le azioni disinteressate, era il Materialismo, ed è appunto nei passi polemici contro i materialisti che si ha la prova di questa sua inconsapevole subordinazione della Religione all' azione morale. la fede individuale non basta; occorre la fede sociale, la fede dei popoli ( creatrice della vittoria)
« Sì, manca la fede ai popoli; non la fede individuale, creatrice dei martiri, ma la fede comune, sociale, creatrice della vittoria: la fEde che suscita le moltitudini, quella fede nei propri fati, nella propria missione, nella missione dell'Epoca che illumina e scote, prega e combatte, e inoltra senza tema sulle vie di Dio e delL' Umanità, colla spada del popolo nella destra, colla re­ ligione del popolo in core, coll'avvenire del popolo nella mente (1).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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