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EAN 9788866150817

MEMORIE DI UN UOMO COMUNEp. 64,00, € 9,00 17x21 Ill. 5 Bross. Collana Nuovi Autori n. 32

 

 a richiesta è disponibile la versione in e-bok pdf Ordine E-book € 4,50

Quando mi è arrivato il manoscritto di Armando, portato dalla figlia, ho visto subito che non era una storia comune, come poi si dice nel titolo per umiltà, ma era ed è la vera storia vissuta di un uomo e della sua famiglia che, attraverso il secolo diciannovesimo, secolo pieno di contraddizioni, di guerre, orrori e conquiste sociali, è arrivato a conquistare un futuro migliore per sé e per i suoi figli, e ancor oggi è convinto che “ ... con orgoglio (...) io e mia moglie abbiamo cresciuto una famiglia unita, onesta e intelligente e disponibile in qualunque bisogno”.
Ma per arrivare a questo risultato ha dovuto superare molte prove, dalla miseria, alle incertezze dei primi anni sotto il regime fascista, in una Italia che stentava a crescere, più preoccupata di mostrare i muscoli che il cervello, più gli egoismi che la solidarietà.
Armando è nato ai margini di una zona famosa per le sue miniere, che oggi sono un vero e proprio museo all'aperto e che prima che lui nascesse davano lavoro a molti operai: questo ricorda con nostalgia, nei suoi ricordi d'infanzia, quando abitava nel podere di San. Antonio, dove vi erano ancora i binari della ferrovia che portava il minerale agli imbarcaderi sulla costa. Attorno alla sua abitazione si vedevano ancora gli ingressi della miniera e gli edifici della società inglese Govett che stavano rovinando per incuria.
Attraverso la sua storia, possiamo rivivere la riconversione verso l'agricoltura di questo territorio a prevalenza mineraria e l'impiego di molti lavoratori nella grande operazione di bonifica della pianura che da Campiglia arriva a Piombino e Follonica. Di questo fatto narra un piccolo episodio che ha per protagonista un personaggio famoso nella zona, Lippi Bruno (da cui tra l'altro prese il soprannome). Un giorno, tale Lippi stava visitando gli operai impegnati negli scavi della bonifica, i quali avevano lasciato le loro scarpe sull'argine dei fossi; se le videro bucherellare a colpi di pistola dallo stesso Lippi, cosa che li sconcertò ma c'era una ragione umanitaria profonda in quel gesto, giacché quella scarpe erano vecchie e piene di buchi e con quel gesto volle rimediare in “parte” ad un piccola ingiustizia economica ricomprando loro altre nuove.
Nella sua infanzia poi, riusciamo a fotografare il mancato ruolo dell'istruzione: veniva data solo quella indispensabile e ciò comportava il mantenimento e le differenze delle classi sociali in auge a quell'epoca. Erano ben lontane le rivendicazioni sociali e sindacali del dopoguerra.
Nonostante queste limitazioni, Armando si fa spazio inventando il mestiere di calzolaio, poi prende la licenza elementare per poter assumere anche il ruolo di cantoniere, mestiere a quel tempo molto apprezzato e con stipendio sicuro.
Nel 1943 però, l'inutile guerra di conquista e di potere, che durava da tre anni, rovinò le sue speranze e quelle di molti italiani; fu chiamato al servizio militare, cosa che cercò dapprima di evitare, ma alla fine dovette andare a malincuore alla caserma di Rovezzano, presso Firenze. Una caserma famosa, dove si addestravano i giovani per entrare nel nuovo esercito della RSI; molti si rifiutarono di aderire, alcuni fuggirono e divennero partigiani nella nostra zona. Armando riuscì con un escamotage a farsi ricoverare in ospedale e poi, con la scusa della licenza, scappò verso casa pur di non aderire al regime fascista e riuscì a farla franca mentre altri vennero fucilati in un'inutile guerra fratricida.

Finita la guerra, arrivano gli anni della ricostruzione e Armando è sempre più impegnato nel nuovo lavoro di calzolaio e questa volta con profitto. Anche lui poi farà parte di quella classe imprenditrice che provocherà con il duro lavoro e l'impegno il famoso miracolo economico italiano degli anni '60, quando anche i politici, che venivano dal popolo e non erano scelti dal potere, erano in sinergia con il Paese. Maggioranze e minoranze insieme fecero diventare l'Italia uno dei primi Paesi industrializzati.
Armando insomma è la cartina di tornasole di questo periodo storico, così come lo sono stati milioni di altri italiani “comuni” che hanno costruito il nostro Paese e di cui possiamo andare orgogliosi.

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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AA.VV MEMORIE DI FERRO pp. 96 ill. € 11,00, Bross. Maremmana n. 3 2012.EAN 97888661504284