La presenza di cinte murarie e di sistemi
di fortificazione ha costituito uno dei tratti salienti delle
città europee in età medievale e moderna. In tale
periodo la difesa dallesterno si presentava come un elemento
pressoché inscindibile dalla forma stessa di insediamento
accentrato che connotava lo spazio di vita delle comunità
urbane.
Le mura, con i loro annessi funzionali di cortine, porte, archi,
fossati, rocche, bastioni, contrafforti, rivellini, disegnavano
il perimetro dellabitato urbano e, accanto agli edifici
del potere pubblico e religioso ubicati al loro interno, contrassegnavano
tangibilmente lidentità complessiva delle città.
Al tempo stesso le cinte murarie, nella varietà delle
loro tipologie, hanno segnato per secoli una linea di confine
tra un dentro e fuori, tra spazi urbani
e i rispettivi contadi; una linea di confine fisico
che assumeva anche la valenza simbolica di separazione tra culture
e stili di vita.
I processi di industrializzazione e di crescita della popolazione
urbana, la conseguente esigenza di espansione del tessuto edilizio
e di riorganizzazione urbanistica, determinarono tra la fine
dellOttocento e i primi del Novecento, contestualmente
al venir meno delle necessità difensive che le avevano
originate, la demolizione parziale o totale delle antiche strutture
murarie. In taluni casi motivata anche da supposte esigenze di
carattere igienico: le mura, si diceva, ostacolavano una libera
circolazione dellaria allinterno del tessuto urbano,
favorendo la diffusione delle malattie.
Il caso della città di Piombino, racchiusa e difesa fin
dalletà comunale da una cinta muraria che fu poi
ampliata nel corso del XV secolo, rientra pienamente in questo
quadro generale italiano ed europeo. Verso la fine dellOttocento,
in concomitanza con il decollo dello sviluppo industriale e per
motivazioni diffusamente riscontrabili altrove, fu anche qui
avviata la demolizione di alcuni tratti di mura e di alcuni elementi
del sistema difensivo.
Nel complesso la città ha tuttavia conservato una consistente
eredità della propria antica struttura fortificatoria;
eredità che costituisce oggi un autentico patrimonio storico-culturale.
In quanto tratto peculiare delle rispettive identità urbane,
i resti architettonici delle cerchie murarie delle città
italiane ed europee sono venute acquisendo il valore di bene
culturale socialmente riconosciuto, tale peraltro da attirare
crescente attenzione ed interesse sia da parte delle comunità
locali che dei visitatori.
Non a caso stiamo assistendo, nel corso di questi ultimi anni,
alla costituzione di reti nazionali ed europee di città
che hanno mantenuto significative testimonianze delle proprie
strutture murarie di difesa; esperienze associative tese appunto
a ricercare forme coordinate di valorizzazione e di promozione,
anche in chiave di turismo culturale, di questo straordinario
patrimonio storico-materiale dellantico continente.
Tutto ciò non fa dunque che accrescere linteresse
che riveste questa pubblicazione di Mauro Carrara, dedicata alle
antiche mura di Piombino.
Frutto di un lungo e paziente lavoro di ricerca, condotta sia
sulla letteratura storiografica che sulle fonti archivistiche
manoscritte e sulla documentazione fotografica, il volume ci
offre una ricostruzione estremamente ricca e dettagliata dei
vari elementi che componevano il sistema difensivo urbano piombinese
e delle trasformazioni architettoniche e funzionali che, relativamente
a ciascuno di essi, si sono succedute nel corso dei secoli.
Dopo aver delineato la vicenda della cerchia muraria presa nel
suo insieme, Carrara procede ad una minuziosa analisi diacronica
dei singoli nuclei di fortificazione eretti in corrispondenza
dei vertici del quadrilatero romboidale che racchiudeva la città:
il Rivellino, il Castello, la Rocchetta e Cittadella.
Avvalendosi anche di frequenti citazioni documentali, attraverso
cui lascia che siano le fonti stesse a parlare al lettore, lautore
ci accompagna lungo lintero percorso del recinto difensivo
medievale, soffermandosi sia su ciò che di esso è
rimasto ancora integro, sia su ciò che nel tempo è
mutato, sia su quelle parti che gli interventi di demolizione
del passato hanno sottratto alla nostra percezione visiva.
Oltre che per il rigore scientifico, il dettaglio analitico e
il respiro di lungo periodo, Piombino città murata si
fa poi apprezzare per il suo approccio, per così dire,
di storia globale, nel senso che la vicenda delle mura piombinesi
non si esaurisce nella loro dimensione di oggetto costruito,
di segno architettonico, ma viene ricondotta alla storia più
generale della città, facendone cioè emergere la
fitta trama di relazioni con la dimensione politica e istituzionale,
con quella dinastica e militare, con quella economica e sociale.
Il percorso lungo il perimetro delle antiche mura diventa perciò
al tempo stesso un viaggio nella storia plurisecolare della città.
Un approccio, vale la pena sottolinearlo, reso possibile dallo
straordinario bagaglio di conoscenza del passato del contesto
locale che lautore ha accumulato nel corso di tanti anni
di studi e di ricerche.
Questa pubblicazione, che va ad aggiungersi alle molte dedicate
da Mauro Carrara alla storia della sua città, ha in definitiva
il merito di offrire un solido e prezioso contributo alla divulgazione
e alla valorizzazione di un tratto peculiare del paesaggio urbano
piombinese: la presenza, appunto, di un patrimonio tangibile
del sistema difensivo murario, prodotto ed espressione di continuità
e cambiamenti della storia, segno architettonico consolidato
e riconoscibile del profilo identitario di Piombino, ma anche
elemento di una fisionomia comune a molte altre città
storiche italiane ed europee.
Ovidio DellOmodarme
(Assessore alla Cultura Comune di Piombino) |