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EAN 9788866152613
PIOMBINO SIDERURGIA
E URBANISTICA NEL PERIODO FILOSOVIETICO (1946-1989)
Nedo Tavera
pp. 88 ill. f.to 17x 24 anno 2023 11,00
Collana Biblioteca di Storia n. 42 |
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E-book 5,50 |
Nel 1900 Piombino aveva settemilaseicentonovantasei
abitanti e duecentocinquanta operai; nel 1913 ventunomilatrentacinque
abitanti e duemilaquattrocento operai; nel 1962 si giungeva a
circa trentaseimila abitanti di cui cinquemila impegnati nel
lavoro dell'Italsider, ormai unico grande protagonista della
zona. A questa avanzata in ogni dimensione non corrispondeva
un adeguato sviluppo topografico della cittadina anzi vi difettava
tutta quella serie di infrastrutture e di attività secondarie
e collaterali che avrebbero potuto trasformare Piombino in una
città organicamente perfetta e, ci sia concesso dirlo,
al limite ideale di una funzionale modernità. [...].
Se le attività secondarie e terziarie non avranno uno
sviluppo, Piombino nel 1966 sarà sì la sede del
più grande stabilimento dell'Italsider e uno dei più
grandi d'Europa, porterà la produzione di acciaio a due
milioni di tonnellate, aumenterà sensibilmente il numero
dei dipendenti dell'organico attuale, realizzerà nuovi
impianti come un laminatoio blooming, un treno per billette,
un treno per nastri stretti e uno per profilati piccoli, continuerà
a spedire rotaie in ogni parte del mondo, ma potrebbe restare
schiacciata dal suo medesimo sviluppo e trasformarsi in una città
dormitorio.
Domenico Rea ( 1963) |
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